“Evitare mortificazioni della dignità delle persone”. È l’appello del Consiglio episcopale permanente della Cei, riunito a Roma il 27 maggio sotto la guida del card. Matteo Zuppi, in riferimento al prossimo Referendum e al tema della cittadinanza. I vescovi, pur riconoscendo l’attuale proposta di riduzione del requisito temporale da 10 a 5 anni, auspicano “una riforma complessiva della legge” e ribadiscono la necessità “di integrare nella pienezza dei loro diritti coloro che condividono i medesimi doveri e valori”. Dal comunicato finale emerge anche un forte richiamo alla situazione delle carceri, definite “un’emergenza che continua a interpellare la società e le comunità ecclesiali”. Viene rilanciato quanto proposto per il Giubileo nel documento “Spes non confundit”: “iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. L’invito è a promuovere “la dignità dell’uomo, favorendo nei luoghi di reclusione educazione e riscatto”.