I parlamentari francesi sono chiamati oggi, martedì 27 maggio, ad adottare in prima lettura il testo sul “diritto al suicidio assistito”. Sulla questione, da tempo, i vescovi francesi hanno lanciato un’intensa campagna per esortare i cattolici a opporsi alla legge. L’ultima e forte presa di posizione è quella di oggi a firma dei vescovi dell’Ile-de-France che si rivolgono direttamente con una lettera ai parlamentari. Se la legge dovesse essere approvata – scrivono – “si creerebbero le condizioni per un crimine contro la dignità, un crimine contro la fraternità, un crimine contro la vita”. Ciò che più criticano i vescovi è il significato distorto delle parole a partire dalla invocazione del “diritto a morire quando la morte è un fatto ineluttabile” e “chiamare aiuto fraterno l’azione che uccide “. Inoltre non si può considerare “come morte naturale la morte che risulta dall’atto volontario che l’ha causata”. Ciò che preoccupa di più è la possibilità “un domani” di allargare per legge questo ricorso all’eutanasia o al suicidio assistito ai minori, alle persone affette da Alzheimer, ai soggetti più fragili. I vescovi affermano di non essere “soli a esprimere a gran voce la nostra più forte e fondamentale opposizione all’eutanasia e al suicidio assistito. Ascoltiamo la voce dei medici e di chi presta assistenza: la morte inflitta non è, e non può essere, cura. Anche i giuristi: l’equilibrio legislativo delle leggi precedenti verrà seriamente compromesso”. I vescovi mettono pertanto in guardia i parlamentari dal prendere una decisione che può diventare “una strada in discesa infinitamente pericolosa e mortale, e che una volta imboccata, sarà impossibile non scivolare irrimediabilmente verso un permissivismo sempre maggiore”.
Nei giorni scorsi, era scesa in campo anche la Conferenza dei leader religiosi di Francia (CRCF) che riunisce cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani e buddisti . In una Dichiarazione congiunta i leader religiosi mettevano in guardia i parlamentari “dai gravi abusi impliciti nella proposta di legge che introduce nella legislazione francese un ‘diritto al suicidio assistito’. Dietro un apparente desiderio di compassione e di controllo, questo testo opera un cambiamento radicale: introduce giuridicamente la possibilità di somministrare la morte – tramite suicidio assistito o eutanasia – sconvolgendo profondamente i fondamenti dell’etica medica e sociale”.
Firmata anche dal presidente dei vescovi francesi, mons. Eric de Moulins-Beaufort, la Dichiarazione termina con un appello ai parlamentari “alla responsabilità politica ed umana”. “Legalizzare la morte somministrata non sarà un progresso, ma una regressione etica, sociale e medica. Dobbiamo scegliere di investire nelle cure palliative, nella formazione all’ascolto e nel sostegno completo delle persone fino alla fine della loro vita. Questa scelta è quella dell’umanità contro l’abbandono, della relazione contro la solitudine, della cura contro la rassegnazione”.