“Le recenti sentenze con le quali la Corte costituzionale è nuovamente intervenuta sulla vita umana al suo sorgere e nella fase conclusiva non conducano a soluzioni legislative che finiscono col ridimensionare l’infinita dignità della persona dal concepimento alla morte naturale”. E’ l’auspicio espresso dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani. “Si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza”, l’appello sulla scorta della Nota della presidenza Cei sul fine vita, del 19 febbraio scorso, unito all’incito a dare “completa attuazione” alla “legge sulle cure palliative” affinché siano “garantite a tutti, in modo efficace e uniforme in ogni Regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo”. Una priorità, del resto, fatta propria dalla stessa Consulta, che ha rinnovato il suo “stringente appello al legislatore” perché “dia corso a un adeguato sviluppo delle reti di cure palliative” e a “una effettiva presa in carico da parte del sistema sanitario e sociosanitario” di “chi versa in situazioni di grave sofferenza”.