“Primo maggio. Festa del lavoro. Anche dietro le sbarre. In carcere, il lavoro non è solo un diritto. È dignità. È ricostruzione. È futuro. Per chi vive la detenzione, lavorare significa molto più che avere un’occupazione: vuol dire riacquistare fiducia, imparare, contribuire. Vuol dire non essere più soltanto il proprio errore, ma una persona che cambia e si prepara a tornare nella società”. Lo ha detto Irma Conti, che fa parte del Collegio Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Gnpl), in occasione della Festa dei lavoratori. “Come componente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ribadisco che il lavoro è lo strumento fondamentale di inclusione, prevenzione della recidiva e piena attuazione del dettato costituzionale. Investire nel lavoro penitenziario significa scegliere la strada della responsabilità, della coesione sociale, della legalità che include. Il primo maggio sia anche questo: memoria viva dei diritti, per tutti. Anche per chi vive oggi ai margini”, ha concluso.