“Pellegrini di Speranza”: è il titolo della lettera pastorale vescovo delle diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto e di Ascoli Piceno, mons. Gianpiero Palmieri , diffusa nei giorni scorsi, per aiutare tutti a vivere l’Anno giubilare. Il presule, nella lettera, invita ciascuno a “riscoprire la forza della speranza come motore di cambiamento e rinascita”. È stata stampata in 25.000 copie per raggiungere tutte le famiglie delle due diocesi. Ma è scaricabile e/o consultabile anche in formato pdf sui siti delle due diocesi e sul giornale diocesano L’Ancora e con un podcast su Radio Ascoli.
Il vescovo apre la sua lettera con le parole di San Paolo: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5,5). Questo versetto è il cuore del messaggio: la speranza cristiana si fonda sull’amore di Dio, un amore che sostiene e rinnova anche nei momenti più difficili. Mons. Palmieri denuncia il senso di stanchezza diffusa, soprattutto tra i giovani, che si sentono privi di entusiasmo e prospettive. Il fenomeno sociale delle coppie “Dink” (Dual Income, No Kids) e la crescente paura di mettere al mondo figli sono segnali di una società che fatica a guardare al futuro con fiducia. “Non è solo una questione economica – scrive il vescovo – ma il segno di una speranza che ha abbandonato molti cuori, lasciando spazio all’incertezza e alla paura”. La riflessione si sposta poi sul valore delle relazioni umane come culla della speranza. Fin dall’infanzia, è l’amore ricevuto dai genitori e dalla comunità a plasmare la fiducia nella vita. Anche chi ha vissuto esperienze dolorose può riscoprire la speranza attraverso incontri significativi e gesti di cura. Il vescovo cita il celebre film “La vita è bella”, sottolineando come la speranza vada custodita e alimentata anche nei momenti più bui. “Essere amati fin da bambini plasma in noi la speranza, come una sorta di matrice originaria”, scrive Palmieri. L’Anno giubilare diventa così l’occasione per un cammino di riscoperta della speranza. Il vescovo propone a tutti i fedeli di vivere il pellegrinaggio come un viaggio non solo fisico, ma anche spirituale.
Quattro sono le tappe suggerite. Innanzitutto, “vivere la vita come pellegrinaggio: riflettere sul proprio cammino personale, riconoscendo la presenza di Dio anche nei momenti di smarrimento”. In secondo luogo, “cercare un luogo del perdono: accogliere la misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione, vivendo l’esperienza del perdono”. Poi, “rinnovare la memoria del battesimo: riscoprire la propria identità di figli di Dio attraverso gesti simbolici come l’accensione della candela e l’immersione nel fonte battesimale”. Infine, “testimoniare la speranza con gesti concreti di carità: dall’aiuto agli anziani soli al volontariato ecologico, ogni piccolo gesto può diventare seme di speranza per il mondo”.
Mons. Palmieri si rivolge non solo ai credenti praticanti, ma anche a chi si è allontanato dalla fede o si sente estraneo alla Chiesa. “La speranza è una posta in gioco troppo alta perché possiamo tacere”, scrive, invitando tutta la comunità a riscoprire la bellezza della fede condivisa e la forza della fraternità. Nel cammino giubilare, la speranza diventa così non solo un sentimento personale, ma una chiamata a costruire insieme un mondo più giusto, solidale e aperto al futuro. L’Anno giubilare si presenta come un’occasione preziosa per risvegliare nei cuori la fiducia nella vita e in Dio. Il vescovo ricorda che la speranza si alimenta di gesti concreti, di relazioni autentiche e di una fede che si fa azione. In un tempo in cui molti si sentono smarriti, il messaggio di “Pellegrini di Speranza” invita ciascuno a diventare testimone di una speranza che non delude, perché radicata nell’amore di Dio e nella fraternità umana.