Papa al Gemelli: Oblati del Sacro Cuore, “a lui il nostro pensiero e la nostra preghiera”

“L’immagine del Papa in sedia a rotelle, con lo sguardo basso e assorto nella preghiera, nella prima foto dal giorno del ricovero e, ancor prima, l’audio con la sua voce sofferente non sono sicuramente un’ombra sul suo pontificato, ma una luce che illumina e dà speranza”. Lo scrive oggi don Francesco Mottola, fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore, fondati dal beato don Francesco Mottola. In una riflessione ospitata sul sito del periodico “Parva Favilla”, don Sicari ricorda che don Mottola soleva ripetere “quanto più si ama, più si è” ed ancora “quanto più si soffre, più si è” e nel suo diario annotava: “Più si è morti, più si ha la vita, più si dà la vita”. Anche la vita di don Mottola – scrive il sacerdote – è stata “segnata dall’esperienza della malattia che lo colpì appena quarantenne, donandogli però un senso ancora più profondo e autentico. Furono gli anni più belli perché la sofferenza del suo corpo martoriato, accolta e offerta, fu fonte d’amore così da renderlo testimone e partecipe del mistero di Cristo nella fecondità di quell’apostolato del tutto ‘speciale'”. Don Mottola “ha amato in modo unico il Papa”. Lo chiamava “il Cristo romano”. Ai suoi Oblati – scrive don Sicari sulla versione online del giornale diretto da Pasqualino Pandullo – ha chiesto di mettere il Papa al “centro del proprio amore”, ricordando che “come non si può concepire un sacerdote che non ami Gesù Eucarestia, parimenti non ci può essere un sacerdote che non ami il Papa”. In don Mottola “era chiaramente radicata la consapevolezza di sentirsi non solo ‘figlio di Dio’, ma anche ‘figlio della Chiesa’”. A Papa Francesco, “in questo particolare tempo di prova che sta affrontando, va il nostro pensiero e la nostra preghiera, sostenuta dall’intercessione del beato tropeano, martire d’amore e servo della Chiesa”, conclude.

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