Le Mutilazioni genitali femminili (Mgf) sono una pratica musulmana o una pratica religiosa? No, “non sono prescritte dall’Islam né da altre religioni. La nascita delle Mgf precede quella delle religioni monoteiste e le Mgf sono praticate anche all’interno di comunità cristiane”. Alla vigilia della Giornata internazionale contro le Mgf che ricorre domani 6 febbraio, il Centro nazionale per la medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità fa chiarezza su cinque luoghi comuni.
Alcune forme di Mgf sono meno gravi? “Tutte le forme di Mgf sono dannose – replicano gli esperti -. Le Mgf rappresentano una violazione dei diritti delle donne e una forma specifica di violenza di genere che può determinare problematiche gravi di tipo infettivo, per esempio, o al momento del parto”. Le Mgf sono praticate solo da persone scarsamente istruite, socialmente svantaggiate o in contesti rurali? No, “si verificano in tutti i contesti culturali e socioeconomici”. Le Mgf sono una questione africana? “Più di 200 milioni di donne in tutto il mondo hanno subito Mgf – la risposta del Centro per la medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità -. Queste vengono praticate in tutti i continenti del mondo tranne in Antartide e rappresentano un problema globale. Inoltre, in diversi paesi africani le Mgf non sono praticate”.
La convinzione, infine, che praticare le Mgf in ospedale riduca i rischi. “Le Mgf eseguite in contesto sanitario – concludono gli esperti – possono essere dannose come quelle praticate al di fuori. La medicalizzazione delle Mgf non implica necessariamente una maggiore sicurezza. Gli effetti psicologici e fisici rimangono gravi e preoccupanti”.