Domenica scorsa – Giornata mondiale delle zone umide -, si è svolto il lancio della campagna continentale “Remare controcorrente per l’acqua e la vita”, organizzata da gruppi socio-ambientalisti, collettivi e istituzioni latinoamericane, insieme alla Rete ecclesiale per la giustizia e la pace nella Patria grande, con l’appoggio del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). L’obiettivo principale di questa campagna è rendere visibile l’importanza dei fiumi e i pericoli che corrono a causa dell’avanzata dell’estrattivismo e della privatizzazione dell’acqua, in molte zone dell’America Latina, a partire dall’Argentina e dal grande fiume Paraná.
Nel corso dell’incontro di presentazione della campagna, svoltosi in remoto, dom Vicente de Paula Ferreira, vescovo della diocesi di Livramento de Nuestra Señora, nello stato di Bahia, in Brasile, e presidente della Commissione speciale per l’ecologia integrale e le miniere della Conferenza episcopale nazionale del Brasile (Cnbb), ha incoraggiato con forza la partecipazione all’iniziativa: “Questa campagna è accompagnata dalla Rete giustizia e pace della Patria grande, che riunisce tutte le reti ecclesiali territoriali presenti in America Latina e nei Caraibi, in particolare quelle dedicate alla cura della Casa comune. E voglio dire che l’acqua è la fonte della nostra vita ed è il bene comune più attaccato dalle imprese estrattive. L’industria mineraria e agroalimentare ha un grande impatto sui nostri bacini idrici, sulle sorgenti e sui fiumi. È giusto remare contro la corrente”.