Myanmar: Kallas (Ue), richiamo alla dittatura militare. “Ancora violenze sulla popolazione. Processo elettorale non credibile”

In occasione dell’odierna Giornata internazionale dei diritti umani, l’Unione europea “ribadisce il suo fermo sostegno al popolo del Myanmar nella sua aspirazione a vivere in dignità, pace e libertà”. Lo afferma l’Alto Rappresentante Kaja Kallas a nome dell’Ue sulle prossime elezioni. “Condanniamo le continue gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la tortura, la violenza sessuale e di genere, nonché la persecuzione della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti. Questi abusi persistono, insieme a diffuse restrizioni delle libertà fondamentali e a un clima di paura”. L’Unione europea sta seguendo da vicino gli sviluppi relativi al processo elettorale annunciato dalla Commissione per la sicurezza dello Stato e la pace in Myanmar. “Sebbene il regime militare del Myanmar presenti queste elezioni come una tappa della sua tabella di marcia politica, il contesto prevalente evidenzia chiaramente che le condizioni essenziali per elezioni libere ed eque, vale a dire un processo credibile, trasparente e inclusivo, in linea con gli standard internazionali, non sussistono e che queste elezioni perseguono solo obiettivi di rafforzamento della legittimità della giunta”.
Kallas denuncia: “La violenza diffusa, le restrizioni alle libertà fondamentali, le detenzioni di massa e l’esclusione di attori politici chiave minano gravemente la credibilità del processo. Molte aree del Paese rimangono colpite da conflitti, i bisogni umanitari continuano ad aumentare, gli sfollamenti forzati interni si stanno intensificando e lo spazio civico è fortemente limitato”. Ampie fasce della popolazione e dello spettro politico – comprese persone appartenenti a numerose minoranze o partiti con un significativo sostegno popolare – “sono impedite di partecipare alle elezioni”. Nonostante la recente amnistia, molte migliaia di cittadini rimangono detenuti arbitrariamente. “Allo stesso tempo, nuove leggi che criminalizzano qualsiasi critica al processo elettorale erodono ulteriormente la possibilità di libera espressione. Il contesto in cui si svolgono i preparativi elettorali non è quindi favorevole alla fiducia del pubblico né compatibile con gli standard internazionali a cui il Myanmar si è impegnato”.
L’Ue esorta dunque tutte le parti interessate “a dare priorità a un cessate il fuoco immediato, alla fine della violenza, a un dialogo politico inclusivo e a un accesso umanitario senza ostacoli”. Una soluzione politica sostenibile non può essere raggiunta “attraverso un processo privo di legittimità agli occhi della popolazione o che rischia di consolidare le divisioni”. In questo contesto, l’Ue “è pronta a sostenere sforzi concreti che portino a una fine della violenza e a un processo di dialogo inclusivo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo