Sono più di 1 milione 300mila le persone costrette a fuggire dagli attacchi jihadisti nel nord del Mozambico. Una situazione gravissima e dimenticata. Dalla diocesi di Braga, Portogallo, a Pemba, la toccante testimonianza dei missionari, riportata in un articolo sul sito di “Mondo e Missione”, rivista del Pime Milano, a firma di Anna Pozzi.
“Vorrei parlare di Laura. Il suo nome racchiude migliaia di altri nomi e storie simili. La sua è una vicenda molto dura, ma rappresenta la realtà silenziosa di tanti bambini a Cabo Delgado”, si legge. “Fátima Castro è una missionaria laica portoghese e fa parte della prima équipe composta da un’altra laica, Andreia Araújo, e da un sacerdote, Manuel Faria, che dalla diocesi di Braga in Portogallo si sono recati insieme, nel 2017, in quella di Pemba, in Mozambico. Qui per circa quattro anni si sono fatti carico della parrocchia di Santa Cecília de Ocua nella regione di Cabo Delgado, che proprio da quell’anno ha cominciato a essere funestata dai violenti e continui attacchi dei terroristi islamici di Al Shabaab, che hanno provocato oltre seimila morti e 1,3 milioni di sfollati che vivono in situazioni di grande precarietà e vulnerabilità. Laura era una di loro…”.
“Arrivò alla missione che pesava meno di tre chilogrammi, nonostante avesse quasi dieci mesi – continua Fátima –. Era orfana di madre e il padre lottava contro l’alcolismo. I suoi fratelli di soli sette e otto anni hanno cercato di prendersi cura di lei. Nonostante tutti gli sforzi finì per morire di fame. Ricordo una delle visite nella loro casa: mi resi conto che il giorno prima erano riusciti a mangiare solo un topo. Quel momento è impresso nella mia memoria: l’impotenza, il dolore e la consapevolezza che la fame e la povertà continuano a rubare vite innocenti. È grazie a loro, e a tanti altri come loro, che continuiamo a credere che la presenza della missione abbia un senso: anche quando tutto sembra così fragile, è lì che il Vangelo diventa più reale”.
È in questo contesto, scrive Pozzi, “che l’équipe missionaria di Braga si è trovata a operare accanto a una popolazione martoriata e calpestata e, nonostante tutto, capace di resistere e mantenere viva la fede”.