Media e minori: Australia, stop ai social sotto i 16 anni. Segnale forte e strada percorribile anche da altri Paesi

Foto Università Cattolica/SIR

Dal 9 dicembre l’Australia è il primo Paese al mondo ad aver introdotto un divieto totale di accesso ai social media per i minori di 16 anni. E’ quanto si legge in questo articolo del Sir.  YouTube, TikTok, Instagram, Facebook, Snapchat, X, Reddit, Twitch e Threads diventano off-limits per ragazzi e ragazze sotto questa soglia, con sanzioni milionarie previste per le aziende che non rispettino la norma.
La misura nasce dalla crescente preoccupazione per gli effetti dell’uso precoce di smartphone e social sulla salute fisica e mentale degli adolescenti. Studi internazionali, come quello del Children’s Hospital of Philadelphia, pubblicato su Pediatrics, evidenziano rischi significativi: “a 12 anni il possesso di uno smartphone aumenta del 31% la probabilità di depressione, del 40% quella di obesità e del 62% quella di insonnia”. In Italia, la Società italiana di pediatria ribadisce la necessità di ritardare l’introduzione dello smartphone almeno fino ai 13 anni, con supervisione costante dei genitori e promozione di attività alternative. Gli esperti avvertono: “L’uso precoce del digitale compromette attenzione, linguaggio e apprendimento, favorisce ansia, isolamento, cyberbullismo e dipendenza”. Intanto ha raggiunto quasi 105mila firme la petizione “Stop smartphone e social sotto i 14 e 16 anni”, lanciata nel settembre 2024 da Alberto Pellaimedico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, e dal pedagogista Daniele Novara.
La soglia dei 16 anni fissata dall’Australia è più restrittiva rispetto alle raccomandazioni italiane e americane, ma nasce dalla stessa urgenza: proteggere bambini e preadolescenti da un ingresso troppo anticipato nel mondo digitale. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, bensì di fissare limiti chiari e garantire spazi “offline”. L’Australia, conclude l’articolo, “ha dato un segnale forte ed ha aperto una strada percorribile anche da altri, a partire da Italia e Unione europea”.

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