Diocesi: Alife-Caiazzo, stasera in cattedrale una messa in suffragio di mons. Angelo Campagna a 35 anni dalla morte

Ricorre oggi, 10 dicembre, il XXXV anniversario della morte di mons. Angelo Campagna, il vescovo protagonista dell’unificazione delle diocesi di Alife e Caiazzo nel lontano 1986. “Animo paterno, umile e semplice di cuore, ricco di vita interiore, sacerdote animato da forte impulso pastorale”, così lo descriveva il sacerdote don Domenico La Cerra, che fu tra i principali collaboratori, in una accurata biografia pubblicata su Clarus insieme ad altri significativi ricordi nel 2020 in occasione dei trent’anni della scomparsa. Un uomo di cui ancora oggi, sacerdoti e laici, ne ricordano la missione pastorale improntata sul dialogo, la costruzione di ponti, l’ascolto.
I sacerdoti diocesani, oggi e nei prossimi giorni, lo ricorderanno nella celebrazione della messa; nella cattedrale di Alife, già stasera alle 18, il parroco, don Pasqualino Rubino, celebrerà in suffragio dell’anima del compianto pastore.
Era nato a Montecorvino Pugliano in provincia di Salerno il 20 giugno 1923; ordinato presbitero l’8 dicembre 1945; ricevette la consacrazione episcopale il 14 maggio 1978. Al lavoro fin da subito nelle due diocesi che avevano vissuto un lungo tempo di Amministrazione apostolica: Alife con mons. Vito Roberti, Caiazzo con mons. Tommaso Leonetti. Dapprima, amministrativamente separate, furono guidate gradualmente dal pastore verso il momento dell’unificazione: un convegno ed un progetto pastorale agli inizi degli anni Ottanta, uniti al lavoro dal basso di sacerdoti e in particolare dell’Azione Cattolica, la scuola formativa riservata ai laici furono tutti i semi piantati prima del 1986 e il presupposto per la Chiesa del futuro; successivamente le sue precarie condizioni di salute ne limitarono l’azione ma non lo slancio pastorale. Tuttavia mons. Campagna aveva già suscitato le motivazioni e il sogno nel popolo di Dio di una Chiesa aggiornata la cui bussola viva era il Concilio vaticano II. Nel 1990, per sostenere il peso della responsabilità, su cui gravano le sue precarie condizioni di salute, fu affiancato da mons. Nicola Comparone come coadiutore. Morì a Caiazzo, dove amava soggiornare, il 10 dicembre 1990.

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