Ambiente: Fondazione con il Sud, 13 nuovi progetti per favorire l’economia circolare nelle regioni del Mezzogiorno

La Fondazione con il Sud ha selezionato 13 nuovi progetti per favorire l’economia circolare nelle regioni del Sud Italia attraverso il contributo del Terzo settore, intervenendo in una o più fasi della filiera, dalla (ri)progettazione dei prodotti per ridurre al minimo l’impatto ambientale alle strategie adottate per ridurre gli sprechi ed estendere la vita utile dei prodotti dando valore agli scarti.
Quattro iniziative saranno avviate in Puglia (province di Lecce, Brindisi e Bari), tre in Sicilia (province di Catania, Trapani e Palermo), tre in Calabria (province di Reggio Calabria e Catanzaro) e due in Campania (province di Salerno e Napoli). A questi si aggiunge un progetto multi-regionale (Sardegna, Sicilia e Calabria).
I progetti, promossi da partenariati pubblico-privati guidati da enti di Terzo settore, saranno impegnati nell’avvio di strategie di economia circolare che tengano conto dell’intero ciclo di vita di un prodotto, con l’obiettivo di chiudere la filiera trasformando i processi da lineari a circolari.
Le iniziative che prevedono strategie di economia circolare da applicare alle fase di utilizzo del prodotto e a quella successiva metteranno in campo diverse soluzioni: dalla rete di sartorie sociali che adotteranno un modello comune per lo sviluppo di una collezione di moda sostenibile e per la riduzione al minimo degli scarti tessili, alla loro trasformazione in prodotti di sartoria circense e teatrale, attrezzi di giocoleria per circhi sociali e cuscini, cucce, pettorine per animali domestici; dal riuso alla riparazione di giocattoli, anche elettronici, rendendoli accessibili a persone non vedenti e ipovedenti; alla valorizzazione degli scarti organici e delle biomasse o del compost per la produzione di fertilizzante organico; alla trasformazione degli scarti della filiera olivicola in pellet, tinture madri, oleoliti o l’estrazione dei polifenoli per l’industria cosmetica e nutraceutica; al recupero delle eccedenze alimentari di mercati, supermercati e aziende del territorio per trasformarli in pasti caldi per persone in difficoltà o prodotti confezionati (sughi pronti, zuppe) per la vendita. Ci sarà anche uno dei primi casi in Italia in cui si sperimenterà la produzione di detersivi solidi e liquidi dal recupero dell’olio alimentare esausto, attraverso l’avvio di un saponificio sociale di comunità.
Per ciò che riguarda la fase che precede l’utilizzo del prodotto stesso, dunque la sua progettazione, grazie al coinvolgimento degli studenti nascerà uno spin-off universitario per l’ottimizzazione delle pratiche di riuso degli scarti tessili non riutilizzabili dalle sartorie oppure sarà possibile ripensare cosa fare del materiale legnoso proveniente da alberi morti o bruciati che verrà trasformato in oggetti di ecodesign e di land art valorizzando la tradizione artigiana e riducendo il rischio di incendi boschivi. I progetti prevedono di creare concrete opportunità di formazione e inserimento lavorativo, per oltre 50 persone che si trovano in situazioni difficili, in particolare immigrati in uscita da percorsi Sai, donne in difficoltà (tra cui vittime di violenza), neet e disoccupati, persone con disabilità o senza fissa dimora. Inoltre, si prevede che oltre 800 cittadini partecipino ad attività socio-educative sul tema della sostenibilità ambientale.

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