L’arcidiocesi di Panama ha vissuto, ieri, il Giubileo giovani, con la partecipazione di oltre 2.300 persone, provenienti dalle 98 parrocchie della Chiesa locale, in concomitanza con la celebrazione della solennità di Cristo Re e la Giornata mondiale della gioventù. “Giovani di Panama, voi siete importanti. Voi potete trasformare ciò che noi adulti non siamo riusciti a cambiare”, ha detto l’arcivescovo, mons. José Domingo Ulloa Mendieta, all’inizio della sua omelia, nella quale ha voluto sottolineare il ruolo decisivo dei giovani nella vita della Chiesa e del Paese. L’arcivescovo ha anche affrontato il tema della violenza contro le donne, ricordando che, finora quest’anno, 13 donne sono state vittime di femminicidio a Panama, sei di loro erano giovani. Ha esortato i giovani a rompere questa catena a partire dalle loro relazioni e amicizie, promuovendo una cultura basata sul rispetto, l’empatia e la cura reciproca. “Voi potete essere la generazione che costruisce relazioni sane, dove la dignità non è negoziabile”, ha sottolineato. Mons. Ulloa ha anche messo in guardia sull’allarmante incidenza dell’Hiv e di altre infezioni a trasmissione sessuale tra la gioventù panamense. Ha ricordato che solo nel 2024 sono stati registrati 1.240 nuovi casi di Hiv, di cui 630 corrispondono a giovani tra i 15 e i 29 anni, ovvero quasi il 60% di tutti i casi. A ciò si aggiunge una realtà ancora più preoccupante come l’aumento di donne incinte con Hiv, incluse bambine e adolescenti, e l’incremento accelerato della sifilide congenita, che è passata da 141 casi nel 2016 a 428 nel 2024. “Queste cifre non sono per spaventarvi, ma per svegliarci come società”, ha proseguito l’arcivescovo, che, infine, ha insistito sul fatto che la Chiesa ha bisogno di ascoltare la sua gioventù, poiché una Chiesa che non ascolta i giovani “è una Chiesa sorda”.