“Il mondo della cooperazione sociale produce beni che non sono materiali, bensì relazionali, come fiducia, amicizia, solidarietà e fratellanza, che non possono dunque essere tradotti in banali cifre e, ancora di più quindi, non possono essere sottoposti a tassazione. Per questo riteniamo una misura di giustizia l’esenzione dall’Irap, perché il nostro operare risponde in maniera concreta a bisogni reali delle persone, e non possiamo essere sottoposti allo stesso regime delle società che hanno il profitto come obiettivo principale”. L’apertura della fase di consultazione pubblica sul piano nazionale di economia sociale è stata l’occasione per sottoporre questo argomento anche al Governo, nell’interesse di tutte le cooperative sociali e delle persone che a loro fanno riferimento”. È quanto esposto dall’Associazione nazionale delle cooperative sociali (Ancos), emanazione dell’Unione nazionale delle cooperative italiane (Unci) nella relazione presentata dal presidente Paolo Ragusa nell’ambito della consultazione pubblica sul Piano d’azione nazionale dell’economia sociale. “Appare opportuno – aggiunge Ragusa – che il Piano d’azione nazionale valuti la prospettiva della totale esenzione dall’Irap per la cooperazione sociale. Questo non incide su un reddito disponibile o distribuibile, ma sul valore sociale reinvestito nella comunità. È pertanto necessario che il Piano tracci la prospettiva della totale esenzione dall’Irap per la cooperazione sociale, riconoscendo la natura pubblica della funzione che essa svolge quotidianamente e garantendo condizioni omogenee di sostenibilità e sviluppo su tutto il territorio nazionale”. “L’evoluzione dei fenomeni sociali, economici e occupazionali – sottolinea Ragusa – ha fatto emergere nuove condizioni di vulnerabilità non previste dalla normativa vigente. Tra questi le donne vittime di violenza, giovani neet e gli immigrati. Alla luce di questa evidenza si propone di ampliare la definizione dei soggetti svantaggiati”. “Siamo anche convinti – continua Ragusa – della necessità di rafforzare la cooperazione sociale, che favorisce l’integrazione produttiva e lo sviluppo competitivo delle imprese dell’economia sociale. Ma non solo questo, la cooperazione sociale è uno strumento formidabile per dare una vera centralità alla persona umana. Crediamo sempre più urgente attivare misure di patrimonializzazione delle reti e dei loro associati, al fine di rafforzare la loro capacità di innovazione e per favorire l’accesso al reddito”.