“Dalla trasparenza delle lacrime dell’uomo possiamo intravedere il volto di Dio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Davide Carbonaro, nell’omelia in occasione dell’inizio del Pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi al santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa richiamando tutti a riscoprire lo stupore e la forza che nasce da un cuore capace di piangere e di amare. La Chiesa è chiamata ad “asciugare lacrime”, sapendo che solo il Padre “le raccoglierà da ogni angolo della terra”. Rievocando il prodigio del 1953 e la benedizione di Simeone nel Vangelo, l’arcivescovo ha sottolineato che “Dio ha scelto la piccolezza umana, il vagito di un bimbo, per contrastare l’orgoglio dei potenti”. E ha ricordato che la Chiesa è madre e maestra, ferita e sempre risanata: “Accoglie la caduta e la resurrezione dei suoi figli”. Un invito a lasciarsi trafiggere dalla Parola che “è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio” e a camminare nel pellegrinaggio della vita con lo sguardo rivolto a Cristo. Il pellegrinaggio – da ieri e fino a domani – guidato dal tema “Le Lacrime della Madonna sono un segno di speranza”, riunisce circa 1.500 fedeli, giovani, famiglie e pellegrini provenienti da varie sezioni del Centro e Sud d’Italia per riscoprire, attraverso la preghiera, la testimonianza e i segni di Maria, il valore della consolazione e della speranza cristiana. Al pellegrinaggio, parteciperanno insieme all’assistente nazionale mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, i membri del Consiglio nazionale, dal presidente Rocco Palese, i vicepresidenti Cosimo Cilli e Sabatino Di Serafino e il consigliere nazionale Biancamaria Spada accolti dal presidente della Sezione Sicilia orientale, Gabriele Burgio.