“Guardiamo oggi alla figura del nuovo beato, il sacerdote Carmine De Palma, considerando alla luce del Pastore buono pure il lungo ministero da lui svolto in questa Chiesa di Bari, a cominciare da quello di canonico del Capitolo di San Nicola, donde, sostenute da una spiritualità benedettina, si irradiarono poi tante altre benefiche attività pastorali”. Lo ha detto questa mattina nella cattedrale di Bari il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei santi e legato pontificio per la beatificazione di mons. Carmelo De Palma limitandosi a richiamare “in modo speciale” due ambiti. Il primo è quello della “fraternità sacerdotale”: “Una realtà che non è di ordine professionale e ancor meno di ‘casta’ e neppure semplicemente di tipo spirituale. Si tratta, invece di una intima fraternità sacramentale: una fraternità che c’è pure quando, malauguratamente, fra presbiteri dovessero sorgere dissidi, incomprensioni, antipatie”. Il Concilio Vaticano II parla, ha detto il porporato, di vincoli di “carità apostolica, di ministero e di fraternità validi verso tutti. Che questa fraternità sacramentale il nostro beato l’abbia vissuta lo mostrano sia le tante testimonianze di sacerdoti offerte nel processo per la Causa di beatificazione e canonizzazione, sia la sollecitudine poi mostrata dal Presbiterio diocesano nel promuovere e sostenere questa Causa”. L’altro ambito del ministero pastorale del beato De Palma – ha quindi aggiunto il card. Semeraro presiedendo la celebrazione con accanto l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano – è quello dei fedeli laici: “sono davvero molti fra loro quelli che in lui hanno trovato la guida spirituale sì da progredire nella personale risposta a quella ‘vocazione che tutti ci accomuna come battezzati, membra vive dell’unico popolo di Dio”, come ha detto Papa Leone XIV, ossia “la vocazione alla santità. Celebrando il sacramento della Penitenza il nostro beato è stato per innumerevoli fedeli ministro di riconciliazione e di perdono, ma è stato pure guida limpida ed equilibrata per i tanti che a lui si rivolgevano per avere un aiuto nel discernimento della volontà di Dio sulla propria vita”. Incontrando tutti il beato Carmine De Palma “non parlava a loro, ma parlava con loro … E sono nati dei santi” come “Giovanni Modugno, descritto come ‘volto umano del Vangelo’”.