“Non dobbiamo avere paura di parlare di guerra. Perché la guerra esiste e dobbiamo parlarne. Solo così si possono trovare tutti i modi possibili per fermarla ovunque”. È il messaggio dei giovani under 18 presenti nel gruppo Mean – Movimento europeo di azione non violenta, che si trova oggi a Kharkiv, città tappa del Giubileo della speranza in Ucraina. La mattinata è stata dedicata ai giovani con un incontro tra il mondo scout italiano (Agesci e Masci) e quello ucraino (Plast e Guides of Ukraine). In collegamento hanno partecipato dall’Italia vari rappresentanti di movimenti e associazioni. Tra i punti di ascolto anche la classe quarta del liceo classico Giannone di Benevento. Sono stati i giovani attivisti del Mean a raccontare l’esperienza vissuta. “Ho provato molte emozioni forti – racconta Francesco, 17 anni, studente di liceo classico –. Ho provato paura, rabbia, tristezza. Ho capito cosa significa vivere nella minaccia dei bombardamenti, con i continui allarmi e l’esistenza, ancora oggi, di bunker in cui rifugiarsi. Mi ha colpito anche visitare il cimitero e quella distesa infinita di bandiere dietro le quali c’erano persone morte e padri che piangevano i figli caduti in guerra. Tutto questo è un assurdo. Ed è assurdo che accada ora. Ma se non se ne parla, nulla può cambiare. Torniamo in Italia per dire che la guerra esiste, che l’abbiamo vista e che non dobbiamo avere paura di parlarne”. “Sono venuto qui per dire al popolo ucraino che noi ci siamo e siamo vicini – aggiunge Edoardo, 17 anni, anche lui studente di liceo classico –. Volevamo dirglielo di persona. La nostra è una voce piccola, ma anche queste voci possono cambiare le cose. Credo che il cambiamento debba partire dai giovani, perché a noi appartiene il futuro”. Sara, 16 anni, racconta tappa per tappa le “mille emozioni” vissute finora tra Kiev e Kharkiv. “La paura – dice – non è un ostacolo. Ho conosciuto giovani universitari e sportivi. Mi ha colpito la normalità con cui riescono a vivere in guerra. Tornando a casa mi porto con me queste persone e il loro coraggio, in un Paese che vive in queste condizioni ormai da più di tre anni”.