“Frontiere in movimento. Storia, società e prospettive dell’emigrazione italiana in Germania a 70 anni dall’Accordo italo-tedesco”. Questo il tema di un convegno che si svolgerà a Francoforte il 18 ottobre su iniziativa delle Acli Germania, della Delegazione delle missioni cattoliche italiane in Germania e del giornale “Corriere d’Italia”. Con la firma dell’Accordo bilaterale del 1955 tra Italia e Repubblica federale di Germania – spiegano i promotori – prese avvio una delle più significative esperienze migratorie della storia europea contemporanea. Migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani varcarono allora le frontiere, diretti verso fabbriche, cantieri e miniere della Germania occidentale. Con loro portarono lingue, culture e aspirazioni che avrebbero trasformato non solo le proprie vite ma anche il tessuto sociale del Paese ospitante. Questa presenza non si limitò al contributo economico: nacquero reti associative, missioni cattoliche, patronati, circoli ricreativi e sindacati capaci di offrire sostegno, socialità e strumenti di rappresentanza. L’emigrazione italiana divenne così “un laboratorio di cittadinanza transnazionale, in cui il confronto con le istituzioni tedesche e italiane produsse nuovi diritti, pratiche di integrazione e spazi di partecipazione”. Oggi, a settant’anni di distanza, quell’esperienza rimane “parte integrante della memoria collettiva. Le nuove generazioni intrecciano radicamento locale e legami con l’Italia, mentre le recenti mobilità ripropongono temi cruciali: precarietà del lavoro, accesso ai servizi, parità di genere, rappresentanza politica”. Il convegno intende intrecciare memoria e attualità, passato e futuro dell’emigrazione italiana in Germania, creando uno spazio di confronto tra studiosi, istituzioni, associazioni e nuove generazioni. Attualmente in Germania vivono oltre 700mila cittadini con passaporto italiano.