Dal 2014, oltre 32.700 persone sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Solo nel 2025, più di 1.200 migranti hanno perso la vita tra le onde, molti dei quali bambini e adolescenti. A lanciare l’allarme è Save the Children, in occasione dell’anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, dove morirono 368 persone.
L’Organizzazione sottolinea come le politiche restrittive dell’Unione europea e dei suoi Stati membri stiano aggravando la condizione dei minori stranieri non accompagnati, che rappresentano il 18% degli arrivi via mare in Italia nel 2025 (9.156 su 50.098 totali), in netto aumento rispetto all’11% dell’anno precedente.
“Le frontiere europee sono diventate luoghi di violenza e violazioni dei diritti umani, dove i respingimenti illegali – anche di minori – sono ormai una pratica diffusa”, denuncia Giorgia D’Errico, direttrice relazioni istituzionali di Save the Children, secondo la quale “è inaccettabile che gli interessi nazionali prevalgano sulla tutela dei diritti dell’infanzia”.
Nel ribadire la necessità di attivare un sistema strutturato di ricerca e soccorso in mare e di aprire canali regolari e sicuri di accesso all’Europa, per garantire il rispetto dei diritti umani e la protezione dei più vulnerabili, Save the Children anche quest’anno partecipa alle attività del Comitato 3 ottobre a Lampedusa con laboratori per studenti italiani e stranieri e con la presenza di una rappresentanza di ragazzi e ragazze del Movimento giovani di Save the Children e della redazione di Change the Future, che racconteranno le giornate sui loro canali social (https://movimentogiovani.savethechildren.it/).