Terra Santa: Vescovi Hlc 2025, “gioia per ritorno ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi inficiata dalla consapevolezza che molti non torneranno. Insediamenti israeliani cresciuti fino a rendere enclavi le comunità palestinesi”

(Foto Lpj)

“Ci uniamo al Patriarca Pizzaballa e agli Ordinari cattolici di Terra Santa nella speranza che il cessate il fuoco sia più di una pausa nelle ostilità e segni l’inizio di una pace autentica e duratura. Condividiamo la loro convinzione che questa possa essere raggiunta solo attraverso una soluzione giusta che affronti l’origine di questa lunga lotta che richiederà un lungo processo, la volontà di riconoscere la sofferenza dell’altro e una mirata educazione alla fiducia che porti a superare la paura dell’altro e la giustificazione della violenza come strumento politico”. È quanto si legge nel comunicato finale dei vescovi dell’Holy Land Coordination (Hlc), diffuso nella serata di ieri al termine del loro tradizionale pellegrinaggio di solidarietà, quest’anno dal 18 al 23 gennaio. “Siamo venuti in Terra Santa, in questo Anno giubilare, come pellegrini di speranza – scrivono i vescovi -. Siamo venuti nella speranza che il fragile accordo di cessate il fuoco, annunciato durante il nostro viaggio, reggesse. Siamo venuti nella speranza che coloro che, sia in Israele che in Palestina, hanno subito le atrocità della violenza e della guerra, possano ricostruire le loro vite distrutte, piangere la perdita dei loro cari, riunirsi di nuovo come famiglie e iniziare il lungo e incerto cammino verso la guarigione”. Tuttavia, ricordano i presuli, “la gioia per il ritorno degli ostaggi israeliani e il rilascio dei prigionieri palestinesi è inficiata dalla consapevolezza che molti non torneranno: ostaggi, prigionieri, innumerevoli morti. Notiamo una diffusa preoccupazione per la fragilità del cessate il fuoco, che può portare tregua ma non la pace duratura e sostenuta per la quale la Terra Santa grida”. Nel comunicato l’Hlc ricorda l’incontro on line con padre Gabriel Romanelli parroco della parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza e rimarca il fatto che “l’impatto della guerra sull’intera Cisgiordania è raramente riportato in patria”. Dai vescovi parole di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta dalle diverse comunità di cristiani in Cisgiordania, “comunità – si legge nel testo finale – che sono una luce nell’oscurità di una Terra sofferente”. I vescovi riportano quanto ascoltato in questi incontri, dalle “forti limitazioni alla circolazione con le improvvise chiusure delle strade che aggiungono ore ai brevi tragitti e quindi impediscono la normale vita quotidiana, ma soprattutto l’assistenza medica urgente”, alla “mancanza di acqua e di elettricità; l’impossibilità di costruire nuovi edifici; l’alto livello di disoccupazione dopo che molti permessi di lavoro sono stati cancellati con l’inizio della guerra. Abbiamo riconosciuto la necessità che i rispettivi governi collaborino per risolvere questi problemi vitali”. “Abbiamo visto – prosegue il testo – come gli insediamenti, illegali secondo il diritto internazionale, che una volta erano enclavi, sono cresciuti fino a circondarvi e a rendere enclavi le vostre comunità. Sentiamo il vostro grido di pace con giustizia e la vostra ansia per ciò che accadrà quando l’attenzione si sposterà da Gaza; cosa accadrà alla vostra terra. È evidente la necessità che la comunità internazionale agisca insieme per facilitare un’assistenza allo sviluppo realistica e radicale, come parte di un processo volto a raggiungere una pace duratura”. “Siamo venuti a dirvi – concludono i vescovi dell’Hlc – che non siete soli, che non siete dimenticati. La vostra fede e la vostra resilienza rafforzano la nostra stessa fede. Speriamo che la nostra presenza tra voi vi incoraggi e ispiri i cristiani dei nostri diversi Paesi a tornare in pellegrinaggio in Terra Santa. Ci auguriamo che i pellegrini non si rechino solo nei Luoghi Santi di Gerusalemme, Galilea e Betlemme, ma che vengano anche a visitare comunità come Aboud, Ephraim-Taybeh e Ramallah, in modo che anche loro possano trarre ispirazione dalla vostra fedeltà alla Terra in cui è nato Gesù”.

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