Messaggio Gmcs 2025: Corrado (Cei), “noi comunicatori ci impegniamo ad essere attori di processi di speranza”

“Rifiutiamo i luoghi comuni, alimentati da autoreferenzialità e ridondanza; costruiamo, invece, spazi di relazione e condivisione, frutto di ascolto reciproco e comprensione.” È l’invito di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, nel commentare il Messaggio di Papa Francesco per la 59ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Non è una semplice suggestione, ma una realtà cui Papa Francesco chiede di volgere attentamente lo sguardo”, afferma, sottolineando come il testo rappresenti “un compendio dei temi sviluppati in questi anni” e colpisca “per la grande umanità che viene attribuita alla comunicazione”. Corrado evidenzia che “le accelerazioni e le innovazioni tecnologiche non devono condizionare l’agire di chi comunica o informa, al punto da diventare spettatore incosciente di divisioni e disgregazioni”. “Noi comunicatori ci impegniamo ad essere attori di processi di speranza”, dichiara, richiamando il Giubileo come occasione per ricordare che “la speranza cammina sulle gambe dei pellegrini”. La comunicazione, aggiunge, è “arte pellegrinante, mai stanziale, sempre pronta a procedere nei solchi della storia”. Corrado conclude affermando che “noi comunicatori ci impegniamo a porre al centro della nostra azione il cuore e non l’interesse o il tornaconto personale: è l’unico modo per scorgere i volti e non solo le fisionomie di chi incontriamo e raccontiamo”. Una comunicazione senza volti, aggiunge, “è anonima”, e la speranza permette di cogliere “l’unicità disarmante che risiede in ogni persona”.

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