La vita di mons. Bonora è stata una “risposta radicale ad una chiamata di amore del Signore Gesù Cristo, vissuta nell’amore per Lui e allo stesso tempo nell’amore per il suo corpo che è la Chiesa, rispondendo alla chiamata a diventare sacerdote”. Così mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, ha sintetizzato la vita di mons. Lucio Bonora, sacerdote diocesano, officiale della Segreteria di Stato della Santa Sede, morto il 21 gennaio. Nell’omelia del funerale celebrato questo pomeriggio a Treviso, il presule ha osservato: “Attorno a questo dialogo di amore durato tutta la vita, si è formata e sviluppata la vicenda umana ed ecclesiale di don Lucio, la molteplicità dei suoi ministeri, la successione dei suoi incarichi, la cura delle sue capacità, la condivisione e il dono dei suoi talenti”. Mons. Tomasi ha ricordato le doti intellettuali e le competenze culturali del sacerdote e il suo “servizio puntuale, preciso, accurato e sempre generoso” alla diocesi di Treviso nelle parrocchie, da vicario e da parroco, per sette anni a Canizzano, prima in Azione cattolica ragazzi, poi in curia, infine come canonico del capitolo della cattedrale. Infine, il suo ministero svolto per la Chiesa universale in Segreteria di Stato. Quanto fosse apprezzato, lo dimostra la messa celebrata pochi giorni fa in San Pietro e presieduta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, e, “non certo da ultimo – la premura con cui papa Francesco si assicurava al policlinico Gemelli delle sue condizioni di salute, sino agli ultimi giorni”. Ricordando la recente “Peregrinatio” del corpo di san Pio X, che mons. Bonora ha accompagnato dal Vaticano a Treviso, e poi a Padova e a Venezia, il vescovo Tomasi ha sottolineato che proprio “all’intercessione di papa Sarto affidiamo la vita di don Lucio”, definendo la sua morte “un distacco che sentiamo troppo repentino, ma che viviamo nella salda speranza che ci incontreremo nella vita che non muore, nell’amicizia di Cristo e di tutti i suoi santi”.
La salma del sacerdote, dopo il funerale, sarà tumulata nel cimitero di Caerano di San Marco, suo paese natale.