Abusi in diocesi Bolzano-Bressanone: il vescovo Muser, “mi assumo responsabilità per omissioni”. Entro il 2025 nuove misure di prevenzione e contrasto e linee guida per la gestione dei casi

Foto diocesi Bolzano-Bressanone/SIR

“So che non volete sentire da parte mia parole retoriche di costernazione. A ragione. Tuttavia, permettetemi di dire che mi hanno profondamente commosso in particolare le descrizioni dei casi e il dolore personale che emerge così chiaramente dalla relazione”. Così mons, Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone, nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina a seguito della pubblicazione, lo scorso 20 gennaio, della perizia indipendente sugli abusi sessuali in diocesi. L’inchiesta, affidata dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, ha rivelato che dal 1964 al 2024 nella Chiesa altoatesina sono avvenuti 67 casi di abusi sessuali, di cui 59 ai danni di minori, da parte di 24 preti.
Mons. Muser ha affermato di assumersi “personalmente la responsabilità per le omissioni” durante il suo periodo di episcopato, “tra cui l’insufficiente controllo dei sacerdoti sospetti, la riluttanza nell’adottare chiare misure preventive nei confronti dei sacerdoti accusati e la documentazione carente nel delineare i passi nella gestione dei casi di abuso”, ed ha annunciato un serie di “misure concrete”. Anzitutto “procedure più chiare” con “un gruppo di esperti” che “svilupperà linee guida vincolanti per la gestione dei casi di abuso, che saranno attuate entro la fine del 2025”. Per quanto riguarda il perseguimento coerente dei casi sospetti, il vescovo ha annunciato “misure di monitoraggio e controllo per prevenire reiterazioni: per quanto riguarda i sacerdoti accusati e ancora in vita, verrà istituito un gruppo interdisciplinare che da subito esaminerà tutti i casi e, se necessario, proporrà a me le misure per i passi successivi. Si mira a non sottoporre a sorveglianza soltanto le persone condannate, ma anche coloro per i quali, per motivi preventivi, sono necessarie restrizioni del campo di azione”. Ulteriori misure sono l’ottimizzazione dei servizi: “i compiti e le responsabilità del Centro di ascolto, del Servizio di intervento e del Servizio di prevenzione saranno riesaminati e migliorati e verrà istituito un team di intervento per preparare le decisioni in modo professionale”;  un rafforzamento delle donne in posizioni dirigenziali e un impegno nella “cultura dell’errore”, ossia nel “riconoscere gli errori e imparare da essi, anche con l’aiuto di seminari di formazione”.

 

 

 

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