Mandato arresto Netanyahu: Mascia e Lotti, “il diritto internazionale o si rispetta o prevale la legge del più forte. Italia e Ue decidano da che parte stare”

“Il diritto internazionale si rispetta o si viola. L’alternativa alla Corte penale internazionale e al sistema multilaterale è la legge del più forte, il dominio dell’illegalità, dell’arbitrio e dell’impunità, la violazione sistematica dei fondamentali diritti umani, delle libertà e della democrazia”. Lo ribadiscono in una dichiarazione congiunta Marco Mascia, presidente Centro Diritti umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova e Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi, in merito alla decisione della Corte penale internazionale di emettere un mandato d’arresto contro Netanyahu e Gallant e all’atteggiamento del governo italiano: “Anziché ribadire la volontà di rispettare le decisioni della Corte, aveva deciso di sottoporre la questione alla riunione dei ministri degli Esteri del G7 che si è svolta a Fiuggi il 25-26 novembre 2024 – ricordano –. L’esito di questo maldestro tentativo di contrapporre il G7 alla Corte Penale Internazionale è stato disastroso. Al punto che nel comunicato finale del Vertice la decisione della Corte non è stata nemmeno citata e il nostro ministro degli Esteri è stato costretto a dire: ‘Rispetteremo i nostri obblighi’”. “Chi rifiuta la centralità del diritto e delle istituzioni (democratiche) anche per il sistema della politica internazionale – sottolineano – si pone al di fuori dell’ordinamento giuridico internazionale e alla testa di un progetto di ordine internazionale gerarchico dove a prevalere è la legge della forza sulla forza della legge. Dunque un progetto cinico e criminale”. Insomma, “l’Italia, l’Unione europea e i suoi Stati membri non hanno più alibi. Devono una volta per tutte decidere da che parte stare. Dalla parte del diritto internazionale, della Cpi, dell’Onu e del multilateralismo o dalla parte di coloro che rifiutano autorità sovraordinate agli Stati, agiscono unilateralmente o per coalizioni e rifiutano di rispettare quelle norme internazionali che i loro predecessori, all’indomani della seconda guerra mondiale, hanno posto a fondamento dell’ordine internazionale per salvare le future generazioni dal flagello della guerra”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia