Festival Dottrina sociale: card. Zuppi, “la Dottrina sociale non è di una parte, né di un partito. Anche se prende posizione, sta sempre dalla parte della persona”

(da Verona) “La Dottrina sociale della Chiesa non è di una parte. Tanto meno di un partito. Anche se prende posizione, sta sempre dalla parte della persona. Dall’inizio alla fine. Chiunque essa sia, mistero di amore che ci ha affidato. Perché è ha affidato a noi. L’unica parte della Dottrina sociale è sempre Gesù”. Lo ha affermato il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto in mattinata nel duomo di Verona al termine della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale ospitata da venerdì nella città scaligera sul tema “Socialmente liberi”.
“Il suo Vangelo – ha proseguito – è la persona, il prossimo, l’altro, i fratelli più piccoli che abbiamo di fronte, che incontriamo. Non ha altre preoccupazioni la Chiesa. E questa è la sua libertà”. Il porporato ha messo in guardia dalla ricerca del “ruolo” per la quale “diventiamo davvero piccini, meschini”. Invece bisogna fare tutto “per il Signore” che poi “vuol dire farlo davvero per noi stessi e per gli altri”. Questo ci rende “liberi di voler bene. E non di cercare il nostro successo, il potere per il potere” o “di usare le buone intenzioni per nasconderne altre, di scegliere per l’opportunismo o per favoritismo, per ridurre il sociale ai propri soci e non a tutte le persone”. “Perché – ha scandito – siamo soci di tutti. Fratelli tutti vuol dire che tutti sono soci. È l’unica casa comune”. “La Dottrina sociale della Chiesa – ha spiegato – nasce da questa consapevolezza: il tuo futuro dipende dal loro. E viceversa, anche il loro futuro dipende da te”. Dopo aver ricordato che “solo la gratuità è amore vero”, il card. Zuppi ha rilevato che “la ricerca di amore per sé senza il prossimo diventa ossessiva, provoca una malata esaltazione di sé perché non abbiamo più limiti, nascondiamo la fragilità per poi precipitare nella depressione senza fondo. L’amore che è piegato soltanto all’io, che possiede, è violento perché al centro c’è solo l’io mentre l’amore è sempre relazione, dono, libertà, rispetto”.

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