Canada: rinviata causa Omicron la visita della delegazione dei popoli indigeni in Vaticano da Papa Francesco. Rischio di infezione è “minaccia troppo grande”

“Dopo un’attenta valutazione in merito alla incertezza e ai potenziali rischi per la salute che riguardano i viaggi internazionali a causa della recente diffusione della variante Omicron”, i vescovi canadesi, l’Assemblea delle Prime Nazioni, il Consiglio Nazionale Métis e l’Inuit Tapiriit Kanatami hanno deciso “congiuntamente” di riprogrammare la visita di una loro delegazione in Vaticano spostandola “alla prima occasione possibile nel 2022”. In una nota diffusa dalla Conferenza episcopale canadese, i vescovi spiegano che “la decisione del rinvio è stata molto dolorosa e presa dopo un’attenta consultazione con delegati, familiari, leader di comunità, funzionari della sanità pubblica e la leadership di ciascuna delle tre organizzazioni indigene nazionali. In particolare, per molti delegati anziani e per coloro che vivono in comunità remote, il rischio di infezione e la natura fluida della situazione globale in evoluzione rappresentano una minaccia troppo grande in questo momento”. “Ci conforta – si legge nella nota dei vescovi – il desiderio, trasmessoci dalla Santa Sede, che la sicurezza della delegazione informi qualsiasi decisione di andare avanti. È anche importante notare che la visita della delegazione è stata rinviata e non annullata”. Per cui, man mano che saranno disponibili ulteriori informazioni sulla diffusione e trasmissibilità della variante Omicron, “continueremo a valutare la fattibilità di futuri piani di viaggio, sulla base delle indicazioni del governo canadese e delle competenti autorità internazionali. “Il nostro impegno condiviso a camminare insieme verso la guarigione e la riconciliazione rimane forte”, assicura l’episcopato canadese. “Attendiamo con impazienza l’opportunità per gli anziani indigeni, i custodi della conoscenza, i sopravvissuti delle scuole residenziali e i giovani di partecipare agli incontri privati ​​con Papa Francesco”. La visita in Vaticano doveva svolgersi dal 17 al 20 dicembre. Della delegazione facevano parte rappresentanti delle ‘prime nazioni’ e i sopravvissuti delle così dette “Scuole residenziali” di un tempo, attive dall’800, dove erano portati con forza i figli delle famiglie indigeni e sottoposti a violenze, coercizioni, veri e propri abusi. Quest’anno il Canada è stato travolto dallo choc per il ritrovamento di resti umani in tombe purtroppo anonime nei pressi di alcune di queste scuole residenziali, appartenenti a bimbi strappati con violenza alle loro famiglie. Avvenimenti drammatici sui quali Papa Francesco si è soffermato all’Angelus del 6 giugno, esprimendo tristezza e solidarietà: “Le autorità politiche e religiose del Canada continuino a collaborare con determinazione per fare luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione”. Ad ottobre, i vescovi cattolici del Canada hanno annunciato che accogliendo la richiesta più volte presentata dai capi delle comunità indigene del Paese, Papa Francesco ha accettato l’invito a visitare il Canada in “un pellegrinaggio di guarigione e riconciliazione”. Ma anche in questo caso, la data della visita sarà fissata e comunicata “più avanti”.

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