Avvenire: da domani un ebook gratuito con omelie, discorsi, messaggi, lettere e preghiere di mons. Mario Delpini

“O mia bèla Madunina. Il contagio della speranza in tempo di pandemia” è il titolo dell’ebook che Avvenire offre gratuitamente ai lettori del suo sito Internet a partire da domenica 26 aprile. Pubblicato insieme a Itl, l’editrice della diocesi di Milano, il libro elettronico viene proposto in contemporanea anche dal sito istituzionale Chiesadimilano.it. Si tratta di un’ampia raccolta di omelie, discorsi, messaggi, lettere e preghiere che l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini ha pronunciato, scritto, letto e inviato durante la Quaresima 2020, pressoché interamente coincisa con la quarantena, e nei primi giorni del successivo tempo pasquale. In 125 pagine sono condensate le parole del pastore della Chiesa ambrosiana rivolte alla diocesi ma che hanno anche valicato i suoi confini geografici. È certamente il caso dell’ormai celebre “Preghiera a Maria ai piedi della Madonnina nei giorni tribolati dal coronavirus” che l’11 marzo ha visto Delpini salire sul tetto del Duomo e rivolgere alla Vergine sulla guglia più alta della cattedrale un’accorata supplica aiutandosi con le parole della popolare canzone milanese “O mia bèla Madunina…”. Introdotto dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, e da un intervento di Giacomo Poretti – che ha anche realizzato un video di presentazione, anch’esso visibile su Avvenire.it e Chiesadimilano.it – l’ebook con il magistero quaresimale e pasquale di mons. Delpini è completato dai link ai video di ciascun intervento dell’arcivescovo, proponendosi coì come uno strumento prezioso per non perdere la memoria del percorso di fede, di riflessione personale e di cambiamento che la vicenda di queste settimane ha indotto ciascuno di noi ad affrontare, insieme al successore di Ambrogio e di Carlo Borromeo. “Questo libro -­ scrive il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nella prefazione ­- merita e quasi impone di essere toccato con mani di povero, le nostre mani ora che poveri e vulnerabili ci siamo tutti riconosciuti. Sono le mani di chi sa pregare, sa accettare il dono e sa sostenere chi è nel bisogno. Le mani che l’arcivescovo Mario continua a tenerci strette”.

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