Televisione: Ruozzi (Univ. Modena), “il cattolicesimo italiano guardò all’esperienza maturata negli Usa”

“Il cattolicesimo italiano guardò all’esperienza maturata negli Stati Uniti in modo proficuo. E soprattutto nei primi anni di televisione italiana si provò a seguire il modello americano, ideando rubriche simili. Negli anni però le strategie adottate dal cattolicesimo statunitense e italiano si diversificarono, anche in rapporto ai diversi sistemi televisivi”. Lo ha detto Federico Ruozzi, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia, intervenendo al convegno dell’associazione cattolica degli storici americani, che si è svolto a New York. L’esperto si è soffermato sulla televisione religiosa statunitense e sui dibattiti che sono sorti tra i vescovi e sacerdoti sull’uso del nuovo mezzo. L’attenzione è stata rivolta anche agli effetti che l’arrivo della tv e dei primi programmi televisivi religiosi hanno avuto sugli Stati Uniti. Di qui il confronto con la situazione televisiva in Italia. “Non solo, infatti, il caso della tv americana è particolarmente interessante per la storia del cattolicesimo americano ma è anche strettamente legato alla tv italiana e al cattolicesimo italiano”, ha sostenuto Ruozzi. Due le differenze sostanziali tra l’esperienza italiana e quella americana, indicate dal docente. “Il cattolicesimo americano si impegnò in un attivismo produttivo, in una importante programmazione religiosa”. Mentre “il cattolicesimo italiano occupò posti di comando della televisione pubblica, quindi controllando ciò che veniva mandato in onda, non riuscendo mai a creare una programmazione religiosa realmente efficace e di qualità – ha concluso -, ma trasformando la televisione italiana in generale in un vero progetto culturale cattolico”.

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