Giubileo 2025: card. Reina, “molti hanno perso la speranza, farsi carico delle assenze”

“Possiamo professare la nostra fede senza preoccuparci di quanti, per i pesi che devono portare, per il dolore che patiscono, per le ingiustizie che subiscono, non riescono a vedere altro che una tomba vuota, il segno più acuto di assenza?”. A chiederselo è stato il card. Baldo Reina, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, nell’omelia della messa per la chiusura della Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano, in cui si è soffermato sulla domanda che unisce Maria di Magdala e Pietro: “La tomba è vuota, dove cercarlo?”. “Non è stata forse questa la domanda dei tantissimi pellegrini venuti nostra città durante l’Anno Santo?”, ha osservato il cardinale: “Non è questa la domanda di tanti che vorrebbero incontrare Gesù nella loro vita: Dove cercare il Signore?”. La sorpresa, per tutti, è quella di trovare il Figlio di Dio in una posizione “marginale”, “in una stalla”. “Cosa significa questa sorpresa per la nostra diocesi?”, la domanda di Reina. “Io stesso – la risposta – mi sento custode della possibilità che questa sorpresa trovi spazio nel nostro annunciare il Vangelo, trovi dimora nelle nostre comunità, trovi corpo nel nostro essere ministri mise di Dio, trovi il suo inveramento in una città in cui molti hanno perso la speranza”. Di qui la denuncia di una serie di assenze di cui farsi carico: “L’assenza di solidarietà nel divario tra periferia e centro; l’assenza di attenzione alle miserie economiche ed esistenziali; l’assenza di fraternità in cui ci rassegniamo anche nel presbiterio a rimanere soli o a lasciarci da soli; l’assenza in cui le famiglie si disperdono, i legami si infragiliscono, le generazioni si oppongono, le dipendenze diventano catene; l’assenza a volte di giustizia, che non risponde all’altissima vocazione della politica di rimuovere gli ostacoli perché ognuno possa trovare uguale opportunità per realizzarsi, dare forma propri sogni, dare sostanza propria dignità con lavoro e giusti salari, avere una casa, essere difeso e curato nelle proprie fragilità; l’assenza di visione e pensiero in tempi in cui le passioni si sono intristite, i giudizi diventano sommari, le informazioni hanno perso il contatto la ricerca della verità e la cultura non ha più maestri credibili; l’assenza di pace, in un mondo in cui prevale la logica del più forte; l’assenza di profezia, che rischia di rendere muto Dio”.

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