Violenza contro personale scolastico: Affinati, “oggi il docente è molto più solo. Non basta punire. Serve un’alleanza educativa”

(Foto ANSA/SIR)

“Oggi il docente è molto più solo rispetto al passato. La scuola è lo scenario di un’immaturità sociale diffusa. Non basta punire, serve un’alleanza educativa che coinvolga famiglie e società”. Ne è convinto lo scrittore e docente Eraldo Affinati che in questa intervista al Sir, in occasione della seconda Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza verso il personale scolastico, commenta il fenomeno delle aggressioni che continua a scuotere il mondo dell’istruzione.

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Nell’anno 2024/25 se ne sono registrate 51, con i docenti vittime nel 76% dei casi e i genitori tra i principali autori. Una realtà che, pur in calo rispetto all’anno precedente, resta allarmante e chiama in causa la responsabilità collettiva. La seconda Giornata nazionale ha riportato al centro il tema, mentre il Parlamento discute nuove misure repressive. Ma Affinati invita a guardare oltre la sola dimensione giuridica: “la risposta deve essere culturale e pedagogica: educare al rispetto come scelta civile, formare alla lettura e alla consapevolezza critica”. Decisivo “il faccia a faccia diretto fra educatore e scolaro per una conoscenza reciproca in modo da spezzare la finzione pedagogica, superando gli artifici convenzionali (voto, nota, interrogazione), i quali sono certo necessari per legittimare l’azione dei docenti ma rischiano di essere insufficienti quando la violenza esplode”. La violenza a scuola, sottolinea il docente, mina il bene comune e “non può essere delegata agli specialisti: è una sfida che riguarda tutti”.  L’intervista completa offre uno sguardo lucido e appassionato su come ricostruire fiducia e rispetto attorno alla comunità scolastica, trasformando la repressione in occasione di crescita condivisa.

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