“La desertificazione informativa causata dai colossi digitali ha mostrato quanto i media locali siano indispensabili per la democrazia e la coesione sociale”. È quanto emerge dalla campagna redazionale promossa dalla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) per valorizzare il ruolo dei 190 giornali diocesani che “rappresentano oggi un presidio insostituibile nei territori”. Nell’iniziativa editoriale si denuncia come “la progressiva riduzione di entrate pubblicitarie” abbia causato “la chiusura di testate locali, anche storiche” portando a “uno sfilacciamento del tessuto sociale delle comunità”. Gli articoli – firmati da Lorenzo Rinaldi e Chiara Genisio – evidenziano come “senza informazione molte comunità ‘periferiche’ si sono spente”, citando l’esperienza statunitense dove la chiusura di giornali locali ha causato “un calo nell’affluenza alle urne” e “una riduzione della platea di cittadini disponibili a ricoprire cariche pubbliche”. I settimanali diocesani vengono presentati come “un antidoto alla disinformazione” in un’epoca in cui “l’85% delle persone nel mondo si dice preoccupato per l’influenza della disinformazione” e “otto italiani su dieci faticano a riconoscere una notizia falsa”. “La loro forza sta nella credibilità costruita nel tempo e nella relazione diretta con le comunità”, si legge nella campagna, che richiama l’invito di Papa Leone XIV a una “comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce”.