“L’idea di un’Europa unita è stata senza dubbio l’idea più felice e feconda della seconda metà del secolo appena trascorso, dopo l’immane tragedia delle due guerre mondiali”. Ma oggi versa in una crisi profonda: politica, istituzionale, di visione. È con le parole dell’editoriale del direttore Gianfranco Brunelli che si apre il numero di novembre della rivista “Il Regno”. Esso riprende anche il tema del ruolo delle religioni: “In tutto questo pesa sul piano culturale e sociale anche la sottovalutazione del fattore religioso: fattore potenzialmente d’integrazione e d’unità o all’opposto di disgregazione e di divisione, di fronte alla duplice crisi: quella di un radicale relativismo interno e quella dell’attacco islamista. A Camaldoli, il nostro sesto seminario di studi (6-9 novembre), organizzato assieme alla comunità dei camaldolesi e quest’anno assieme anche alla Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), ha cercato di riaprire il cantiere delle domande sul rapporto tra Chiese ed Europa”.
Il direttore si dice convinto che si tratta di “un grido d’aiuto a far sì che si possa ritrovare un’anima”, per colmare un “grande vuoto spirituale”; altrimenti “quello che rimane è la luce fredda del nichilismo, il lucido sospetto che alla fine tutto sia niente. Mancano grandi idee progettuali in grado d’affascinare e trascinare un consenso positivo delle popolazioni”.