“Fondatore non è un uomo solo, ma più persone legate da una forte amicizia in Cristo”. Così Leone XIV ha parlato nella Sala Clementina ai partecipanti al 215° Capitolo Generale dei Servi di Maria, indicando la fraternità come segno della loro vocazione originaria. Il Papa ha invitato a essere presenza riconciliatrice: “Vivere e portare fraternità, specialmente là dove gli uomini sono divisi a causa dei conflitti, della ricchezza, delle diversità culturali, della razza o della religione”. A questo proposito il Pontefice ha richiamato il nome scelto dai primi membri dell’Ordine: “È significativo per voi che i primi membri dell’Ordine abbiano scelto di essere e di chiamarsi ‘Servi'”. Inoltre Leone XIV ha rammentato la loro dedizione ai più fragili: “Lì i vostri fondatori si sono messi a servizio dei malati, dei pellegrini, delle donne povere: insomma degli ultimi del loro tempo, donando loro tutti i beni che possedevano, per seguire nudi il nudo Signore”. Da questa esperienza nasce la contemplazione: “Ed è l’esperienza di servire Dio nelle piaghe dei sofferenti che presto li ha portati all’incontro con Lui nella contemplazione del Monte Senario, ‘cor unum et anima una in Deum'”. Quindi il Papa ha indicato il criterio del discernimento: “Solo in questo connubio nascono e maturano le scelte giuste che, oggi come allora, permettono di essere presenti là dove il fratello e la sorella sono più feriti, là dove il Signore ci vuole”. In conclusione il Pontefice ha richiamato il legame mariano dell’Ordine: “La più antica storia dell’Ordine ha dato ai Sette Fondatori il nome di ‘praecipui amatores dominae nostrae'”.