This content is available in English

Sacerdoti rapiti in Camerun: mons. Nkea (Bamenda), “il Papa continua a pensare a noi anche quando nessun altro lo fa”

(Foto SIR)

“Sono particolarmente grato al Santo Padre, Papa Leone XIV, per aver ricordato il rapimento dei nostri sacerdoti e per aver pregato per loro durante la recita dell’Angelus”. Lo dice mons. Andrew F. Nkea, arcivescovo di Bamenda, in un’intervista al Sir dopo il rapimento di sacerdoti e fedeli nel Nord-Ovest del Camerun. Il presule afferma che “la crisi che attraversa il Camerun anglofono è una crisi di fatto dimenticata” e osserva il dolore provato nel constatare che “quando una o due persone vengono uccise in Afghanistan o in Francia, la notizia rimbalza immediatamente su tutte le reti nazionali e internazionali”, mentre nella sua regione “capita che 5, 10, 15, talvolta 20 persone vengano uccise, senza che questo trovi spazio da nessuna parte”. Per questo sottolinea che il fatto che “un sacerdote venga rapito – o che sacerdoti e laici vengano presi in ostaggio – e che il Santo Padre scelga di parlarne pubblicamente, rappresenta per noi un conforto immenso”. Mons. Nkea aggiunge che tale attenzione è “profondamente consolante” e ribadisce che “siamo sinceramente riconoscenti al Papa”. Conclude evidenziando il bisogno delle parole del Pontefice “perché raggiungano i nostri cuori, ci facciano sentire la sua vicinanza e ci ricordino che la Chiesa non ci dimentica, che continua a pensare a noi anche quando nessun altro sembra farlo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia