Morte le gemelle Kessler: Fabris (Univ. Pisa), “il loro mito era ancora vivo. Rappresentavano una tv fatta da artisti”

(Foto ANSA/SIR)

“Due gemelle unite dalla nascita, in tutto quello che hanno rappresentato e fatto, unite nella vita e ora anche nella morte. Per come si muovevano sulla scena, per come si presentavano al pubblico sempre insieme, per come vivevano simbioticamente e adesso anche per come sono morte effettivamente si sono presentate come qualcosa di unito”. Lo sottolinea al Sir Adriano Fabris, professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa, ricordando le gemelle Alice e Ellen Kessler. Le due avevano 89 anni e si sono spente a Gruenwald, nei pressi di Monaco di Baviera. Secondo il quotidiano tedesco Bild le gemelle avrebbero fatto ricorso al suicidio assistito. Verso mezzogiorno, un’auto della polizia si è recata presso la proprietà delle sorelle. Gli agenti dell’unità specialistica K12, regolarmente inviati sul posto, hanno potuto solo confermare la morte dopo un primo esame dei corpi ed escludere l’omicidio.
“Le gemelle Kessler – evidenzia il professore – sono veramente state un punto di riferimento di un certo tipo di televisione, di una televisione in cui c’era uno spazio delimitato, non così debordante, ma circoscritto, per quello che si chiamava varietà. Era una televisione forse un po’ a compartimenti stagni, ma una televisione in cui ad esempio la specificità di ogni tipo di spettacolo era rispettata, mentre adesso abbiamo dei talk show che sono degli spettacoli invece che approfondimento”.

(Foto ANSA/SIR)

All’epoca, prosegue Fabris, “il varietà era effettivamente costruito e strutturato in una determinata maniera, con un particolare scopo, quello di permettere di divagare, intrattenere gli italiani, e le gemelle Kessler rappresentavano uno dei modi migliori di fare questo intrattenimento, perché avevano effettivamente tutta una serie di competenze, di qualità, di talenti che mettevano in scena, erano brave, sapevano ballare, cantare, rispondere agli sketch, tenere il palcoscenico, cosa che oggi non tutti coloro che calcano il palcoscenico sanno fare. Colpiva anche l’immaginario la sincronia. Le persone sono sempre state colpite dall’idea del doppio, cioè dal fatto che una persona si trovava duplicata da un’altra che faceva le stesse cose sullo stesso palcoscenico”.
Per Fabris, “non sono state solo un’icona di qualche generazione passata, sono rimaste nel tempo un mito. La televisione si è evoluta, ha cambiato anche pelle, ma è restata una sorta di nostalgia per un certo tipo di televisione, che non veniva fatta da persone senza specifiche competenze, come spesso accade oggi, ma era una televisione espressione di artisti. Quando è emersa questa nostalgia, abbiamo anche rivisto le gemelle Kessler, sono tornate sulla scena, sono state oggetto di interviste, di attenzione, tutt’altro che dimenticate. E il loro mito effettivamente era ancora vivo”.

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