“Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi. Dare voce ai sentimenti complessi, contraddittori, talvolta oscuri che abitano il cuore dell’essere umano è un atto d’amore. L’arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti ad esso”. Lo ha sottolineato questa mattina Papa Leone XIV incontrando, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il mondo del cinema.
“Il cinema, senza essere didascalico, ha in sé, nelle sue forme autenticamente artistiche, la possibilità di educare lo sguardo”, ha evidenziato il Santo Padre che, osservando come “la realizzazione di un film è un atto comunitario, un’opera corale in cui nessuno basta a sé stesso”, ha rilevato che “ogni voce, ogni gesto, ogni competenza” di chi collabora alla realizzazione di un film “contribuisce a un’opera che può esistere solo nell’insieme”. “In un’epoca di personalismi esasperati e contrapposti, ci mostrate come per fare un buon film è necessario impegnare i propri talenti”, ha notato Leone XIV: “Ma ciascuno può far brillare il suo particolare carisma grazie ai doni e alle qualità di chi lavora accanto, in un clima collaborativo e fraterno”. “Che il vostro cinema resti sempre un luogo d’incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace. Che non perda mai la capacità di stupire, continuando a mostrarci anche un solo frammento del mistero di Dio”, l’esortazione conclusiva del Papa. “Il Signore benedica voi, il vostro lavoro e i vostri cari. E vi accompagni sempre nel pellegrinaggio creativo, perché possiate essere artigiani della speranza”.