“Come Chiesa la resa dei conti non ci appartiene, né come logica né come linguaggio. Gesù, nostro maestro e Signore, ha fatto dell’amore che si fa dono e perdono, la sua scelta di vita. Le sue ferite non sono un incitamento alla vendetta, ma la capacità di soffrire per amore”. Lo scrive il card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, nella lettera indirizzata alla diocesi in questo tempo segnato da due anni di guerra. In un testo che è meditazione spirituale e analisi pastorale, il porporato osserva: “La fine della guerra non segna necessariamente l’inizio della pace. Ma è il primo passo indispensabile per cominciare a costruirla”. “Questo tempo ha messo alla prova anche la nostra fede. Anche per un credente non è scontato vivere nella fede tempi duri come questo”, ammette. “La nostra decisione di restare, quando tutto ci chiede di partire, non è una sfida ma un rimanere nell’amore”, scrive ancora. E aggiunge: “Quando tutto sembra volerci dividere, noi diciamo la nostra fiducia nella comunità, nel dialogo, nell’incontro, nella solidarietà che matura in carità”. Infine, nel mese del Rosario, il Patriarca invita alla preghiera: “Per custodire e preservare da ogni male il nostro cuore e quello di coloro che desiderano il bene, la giustizia e la verità. Per avere il coraggio di seminare germi di vita nonostante il dolore, per non arrendersi mai alla logica dell’esclusione e del rifiuto dell’altro”.