L’arcivescovo di Santiago del Cile, il card. Fernando Chomali, ha partecipato alla sessione della Commissione Sanità del Senato, in cui è stato discusso il disegno di legge che mira a stabilire il diritto di scegliere volontariamente di ricevere assistenza medica per accelerare la morte in caso di malattia terminale e incurabile. Alla sessione della Commissione Sanità erano presenti i suoi membri, presieduti dal senatore Iván Flores. Il cardinale è stato accompagnato dal vescovo di San Bernardo, Juan Ignacio González, membro del Comitato permanente della Conferenza episcopale cilena.
Nel suo intervento, il porporato ha ribadito la visione della Chiesa cattolica sul valore inviolabile della vita umana, ricordando che “dietro l’idea di ‘morte dignitosa’ si nasconde spesso la pretesa di disporre della vita dei più deboli e dei malati, invece di accompagnarli nell’ultimo tratto della loro esistenza”.
Il card. Chomali ha avvertito che l’iniziativa parlamentare “parla di assistenza medica, ma di un’assistenza che non è altro che un tentativo di causare la morte. È evidente che la medicina ha altri scopi specifici. Deve curare, prevenire, accompagnare. Non ha la vocazione di porre fine a una vita umana”. L’arcivescovo di Santiago ha lanciato un appello per rafforzare la medicina palliativa negli ospedali e nelle cliniche, nonché per promuovere politiche pubbliche a favore degli anziani, in particolare in materia di pensioni e accesso alla sanità.
“L’eutanasia non allevia nulla, pone fine a una vita. Ma bisogna anche dire che con la stessa veemenza dobbiamo stare molto attenti all’accanimento terapeutico, che è una pratica medica scorretta – ha sottolineato l’arcivescovo -. Quello che dobbiamo incoraggiare è un vero e proprio trattato di cure palliative a livello universitario e ospedaliero. Siamo in debito in questo senso”.