“Jalisco è una fossa comune!”, hanno gridato migliaia di familiari delle persone scomparse e i membri dei gruppi di ricerca hanno marciato nel fine settimana a Guadalajara, capitale dello Stato messicano di Jalisco (ovest), così come è accaduto in molte altre città messicane, nella giornata dedicata ai desaparecidos. Il Messico registra ufficialmente 120.000 persone scomparse. Nello Stato centro-occidentale di Jalisco opera, come è noto, il potente cartello Jalisco Nueva Generación, designato dagli Stati Uniti come “organizzazione terroristica”, e questo è lo Stato messicano con il maggior numero di persone scomparse, quasi 15.700. La Chiesa ha alzato la voce, attraverso il cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, che domenica ha celebrato una messa nel santuario dei Martiri, in onore dei desaparecidos, e ha accusato le autorità di negligenza. Ha affermato, tra l’altro, il porporato: “Per esempio, è stato reso pubblico che in alcuni luoghi i giovani venivano chiamati, invitati, per un’offerta di un lavoro, mentre invece venivano reclutati o imprigionati. Come è possibile che, sapendo che quei luoghi servono a questo, tale fenomeno continui a verificarsi? Non riesco a spiegarmelo. Se prima le autorità non lo sapevano e ora lo sanno, perché consentono che continui a succedere?”. Ha poi giustificato la sfiducia dei familiari e dei cittadini nei confronti delle autorità sulle sparizioni: “Ci rendiamo conto che non possiamo riporre piena e totale fiducia in loro, perché in molti casi ciò che proviamo è delusione, disperazione per non essere ascoltati, per non ricevere risposta, disinteresse, indifferenza e spesso da parte delle nostre autorità”.