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Regno Unito: suicidio assistito, nuova presa di posizione dei vescovi. “In pericolo saranno i pazienti vulnerabili”

“Rischi per l’esistenza di rsa e hospices che decidono di non offrire il suicidio assistito”. “Inadeguata protezione per chi, tra il personale sanitario, decide di fare obiezione di coscienza”. “In pericolo saranno i pazienti vulnerabili”. Con queste frasi, contenute in un comunicato, il vescovo inglese responsabile per il settore vita, John Sherrington, spiega le motivazioni principali per le quali la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles si oppone nuovamente alla legislazione che potrebbe dare il via libera al suicidio assistito nel Regno Unito. La normativa torna alla Camera dei Lords il prossimo 12 settembre, dopo essere stata approvata dai Comuni lo scorso giugno. Nello stesso comunicato i vescovi inglesi invitano i cattolici a scrivere ai Lord per chiedere loro di votare contro la legge. “Esiste il rischio che alcune rsa e hospices dovranno chiudere perché è molto probabile che il diritto al suicidio assistito diventerà, per queste istituzioni, un obbligo”, spiega ancora il vescovo Sherrington nello stesso comunicato. “Paesi come il Canada dimostrano che, dovunque il suicidio assistito sia stato introdotto in poco tempo il fine vita è stato reso disponibile per malati non terminali e per chi non ha capacità mentale e il numero di suicidi non è stato ridotto. La priorità va data alle cure palliative che, benché ottime, non sono sempre disponibili in ogni parte del Regno Unito. Se il fine vita verrà legalizzato i fondi disponibili per queste cure verranno tagliati e, di conseguenza, gli individui si sentiranno sotto pressione a porre fine alla loro vita”.

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