Giubileo dei giovani: concluso gemellaggio Gaeta-Milano. Mons. Delpini: “La luce di Gesù rivela la via del bene e della gioia”

“Voglio cantare la luce che si irradia dalla carne del Signore, dal suo essere ‘uomo in carne e ossa’. La gloria di Dio non abita nella fuga dal mondo, nel disprezzo della storia, nella fantasia che abita altri mondi e improbabili paradisi, non brilla in una qualche euforia artificiosa, lontano dal peso del quotidiano e dalla fastidiosa convivenza ordinaria”. È un inno alla luce, quello che suggella, nella celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, le giornate vissute da 700 ragazzi della diocesi ambrosiana a Gaeta per il gemellaggio, post Giubileo dei giovani, tra le due arcidiocesi, dal titolo “Gaeta accoglie Milano”. Nella messa concelebrata dall’arcivescovo gaetano monsignor Luigi Vari e da una trentina di sacerdoti nello stadio della città laziale, Delpini si è infatti soffermato, nella sera della festa della Trasfigurazione del Signore, sul cantico della luce capace di vincere le tenebre in questo tempo di confusione e smarrimento. “La luce di Gesù – ha scandito il presule – rivela la via del bene e della gioia e smaschera l’inganno che confonde male e bene, smentisce la persuasione ostinata e sciocca che il male sia divertente e che, in torbide acque velenose, si possa immergersi piacevolmente. Canto la luce che illumina il bene e smaschera il male”.
Una luce, che si fa “fuoco dentro”. “Voglio cantare del fuoco che ci rende fuoco, di quell’ardore che rende appassionati della vita trasfigurata dalla gloria del Signore. Voglio cantare della vita che vuole farsi dono, della vita che genera vita, della vita che condivide il dono di essere vivi e di essere pellegrini di speranza”. Da qui la conclusione: “Il cantico della luce si compone di tre strofe, della luce che abita nella carne della storia, che distingue il bene dal male, che avvolge come una parola amica che continua a essere un messaggio di speranza”.
Nella serata non è mancata anche una breve riflessione di monsignor Vari. “Il golfo di Gaeta ha accolto la Chiesa di Milano. Un golfo è come un abbraccio e spero che lo abbiate sentito”, ha detto. “La Chiesa di Milano risplende per la sua grandezza e i suoi santi, sant’Ambrogio, san Carlo, Paolo VI (di cui proprio il giorno della Trasfigurazione ricorre la data del ritorno alla casa del Padre nel 1978), per le splendide figure dei suoi pastori come il cardinale Schuster e il cardinal Martini. La Chiesa di Milano, attraverso il vescovo Mario e i giovani, è stata qui ed è stato bello soprattutto condividere la stessa fede, essere Chiesa: continuiamo a essere insieme pellegrini di speranza”.
Al termine della celebrazione un canto ha unito, appunto, in un grande abbraccio, i giovani di Gaeta e di Milano che, tutti in piedi sul campo di gioco, hanno intonato il canto della Gmg di Roma 2000, “Jesus Christ you are my life”, con il pensiero già rivolto a Seul dove si svolgerà la Gmg 2027.

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