Negli ultimi cinque anni, il 50 % dei giovani ha dichiarato un aumento dell’interesse per la spiritualità, mentre solo il 15 % ha riferito un calo, per un saldo netto del +35 %. E’ quanto risulta dal progetto internazionale “Footprints”, curato dal gruppo di ricerca omonimo nato all’interno del Laboratorio di ricerca Santa Croce e presentato oggi presso la Pontificia Università della Santa Croce in occasione del Giubileo dei giovani. L’indagine, che ha coinvolto quasi 5mila giovani tra 18 e 29 anni in otto Paesi del mondo (tra cui Argentina, Brasile, Italia, Kenya, Messico, Filippine, Spagna e Regno Unito), ha evidenziato un sorprendente aumento globale dell’interesse per la spiritualità, anche nei contesti più secolarizzati. Notevoli, tuttavia, sono le differenze fra i Paesi. In Brasile, Kenya e Filippine più del 50 % di giovani segnalano un aumento, a fronte del circa del 10% che manifestano una diminuzione. In tutti gli altri Paesi, tranne l’Italia — che non ha mostrato variazioni nette — l’incremento dell’interesse va dal 10 % al 32 %. Sia credenti che non credenti condannano guerra, corruzione politica e danni ambientali. Fra i non credenti, pur dichiarandosi atei, il 48 % prega occasionalmente – 62 % nei momenti di difficoltà, 48 % per gratitudine, 47 % per problemi quotidiani; 42 % crede nella vita dopo la morte e il 37 % chiede ai credenti di pregare.