“Oggi il dovere principale della azione politica è il servizio alla costruzione della pace. Abbiamo bisogno di una ‘migliore politica’ al servizio della pace, secondo il messaggio che ci ha lasciato Papa Francesco, lungo tutto il suo Pontificato”. Lo ha detto mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, in occasione della messa per la solennità di S. Apollinare vescovo e martire, patrono della Chiesa di Ravenna-Cervia e di tutta l’Emilia-Romagna, celebrata a S. Apollinare in Classe.
“Offrire la pace a tutti, uomini e donne, giovani e anziani, a ogni persona, senza distinzioni né discriminazioni: è il centro della missione dei discepoli di Cristo”, ha affermato il presule, evidenziando che “non solo l’impegno religioso ed etico dei credenti, ma la stessa azione politica è uno strumento fondamentale per costruire una città degli uomini che sia caratterizzata da una civiltà giuridica e da una cultura diffusa a servizio della promozione dell’uomo. Quando però la politica non è vissuta come servizio alla collettività umana, alla dignità e alla vita di tutti, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”.
Infatti, “la funzione e la responsabilità politica costituiscono una sfida continua per tutti coloro che ricevono il mandato di servire il proprio Paese, di proteggere quanti vi abitano e di lavorare per porre le condizioni di un avvenire degno e giusto. Se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, la politica può diventare veramente una forma alta di carità. E, se rispetta il prossimo, rispetta anche Dio; se non lo fa, offende anche Dio”. L’arcivescovo ha chiarito: “È un impegno nel quale si possono ritrovare tutti i politici, di qualunque appartenenza ideale, culturale o religiosa che, insieme, desiderano operare per il bene della famiglia umana, praticando quelle virtù etiche che definiscono la buona politica: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà. La buona politica così è al servizio della pace; essa rispetta e promuove i diritti umani fondamentali, che esigono ugualmente i reciproci doveri”.
Dopo aver ricordato il recente anniversario della strage di Srebrenica, nella ex Iugoslavia, mons. Ghizzoni ha rammentato: “Quanti genocidi, pulizie etniche, persecuzioni religiose vediamo nei nostri anni, anche in Europa. Oggi sempre più le nostre società chiedono ‘artigiani della pace’ che possano essere messaggeri e testimoni del Dio della pace che vuole bene a tutta la famiglia umana, che ‘non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente'” .
“Ci ferisce in modo particolare – ha aggiunto – la situazione dei bambini che sono traumatizzati, feriti, mutilati o rapiti, nelle zone di conflitto, dove non si proteggono le loro vite e i loro diritti. Si dice che nel mondo un bambino su sei sia colpito dalle violenze delle guerre, quando non è arruolato per diventare egli stesso soldato. La testimonianza di quanti si adoperano per difendere la dignità, il rispetto e la cura dei bambini è quanto mai preziosa per il futuro dell’umanità”.