Nel Camino sinodale “nulla era stato prestabilito, confezionato, imposto dall’alto, ma frutto del discernimento delle Chiese che si sono messe in ascolto e hanno attivato processi inediti e forse, addirittura, inattesi”. A precisarlo è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani. “Nella vita, quando si percorre una strada, si possono conoscere fatiche, rallentamenti, cambi di percorso”, ha osservato a proposito del rinvio ad ottobre dell’Assemblea sinodale: “Rileggere gli interventi assembleari e i lavori di gruppo ci ha permesso di scoprire una Chiesa appassionata e desiderosa di non disperdere l’esperienza di quattro anni. Ci è stato affidato un compito di maturare quanto vissuto e sperimentato. Sono quelle accordature necessarie perché l’orchestra possa produrre un’armonia di un ‘noi’ ecclesiale quanto mai necessario”. “Va letta in quest’ottica anche la decisione dei Vescovi di spostare l’Assemblea Generale (ordinaria) da maggio a novembre: una scelta che non ha a che fare con il cedimento o la costrizione, ma solo con il desiderio di non voltarsi di fronte al nuovo che avanza, alle tracce che lo Spirito sta lasciando, per valorizzare il più possibile tutte le istanze del Cammino sinodale che ha coinvolto le comunità e le Chiese da quattro anni, secondo la ricchezza dei rispettivi carismi e ministeri”, ha spiegato: “La comunione, condizione per l’evangelizzazione, infatti, non si improvvisa, ma si impara facendola, vivendola, pensandosi in relazione ad essa e non viceversa, facendosi coinvolgere. Credo, sia stata un’occasione per crescere! Per tutti: Vescovi, presbiteri, membri della vita consacrata e laici”.