Giubileo della comunicazione: Girardo (Avvenire), “avere la capacità di sostituire il sensazionale con l’essenziale, il recente con il rilevante”

“Speranza per prima cosa è sinonimo di cura, un concetto che deve tornare ad essere giornalisticamente ben fondato. Dobbiamo avere cura del lavoro che facciamo, mettendo attenzione, precisione, accuratezza. Poi speranza è ricostruire il rapporto di fiducia con i nostri universi di riferimento, perché si è incrinato qualcosa, ci sono fratture nella società e nell’infosfera”. Lo ha affermato questa mattina Marco Girardo, direttore di Avvenire, intervenendo alla seconda giornata del convegno “2025: A.I. confini della comunicazione” organizzato a Roma dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei in occasione della festa di san Francesco di Sales e del Giubileo del mondo della comunicazione.
In un “tempo che sembra disperato”, ha spiegato, bisogna impegnarsi per avere “autorevolezza e capacità di essere credibili”. E poi serve “capacità di ritrovare perseveranza, in un tempo in cui vince la velocità”. Sono necessari anche “stupore e meraviglia per essere in grado indignarci di ancora”, sapendo “portare avanti con tono gentile quello che vogliamo dire”. “Il nostro stile e il nostro tono è la gentilezza”, ha precisato Girardo, sottolineando – ad esempio – che “il racconto dell’attività umanitaria nelle zone di conflitti disumanizza la guerra”. Bisogna poi “avere la capacità di sostituire il sensazionale con l’essenziale, il recente con il rilevante”.
Poi il direttore di Avvenire ha evidenziato che “oggi l’informazione non procede più per accumulo ma per senso, direzione. Funziona se si inserisce in un progetto editoriale, in un orizzonte di significato più lungo della giornata o della settimana, in un’idea generale”. “Non dobbiamo dimenticare che una delle nostre funzioni è fornire una visione gerarchica delle notizie in un palinsesto, dentro un orizzonte di senso”, ha continuato, ricordando che “abbiamo una comunità di riferimento a cui rivolgerci” e sapendo che “stare accanto agli ultimi è un’opzione non negoziabile”. Dal direttore l’esortazione ad “alzare la qualità del nostro lavoro” e quella di “cercare di essere sempre più credibili per meritare la fiducia dei lettori”.

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