“Per il Giubileo del mondo della comunicazione sono attese quasi 10mila persone: un numero che ha superato ogni nostra aspettativa, ne attendevamo circa 6mila”. A fornire la cifra è stato mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, alla vigilia del primo grande evento dell’anno giubilare, in programma domani. “Il numero è andato oltre ogni nostra possibilità, creandoci anche qualche problema strutturale”, ha rivelato ai giornalisti il vescovo incaricato dal Papa dell’organizzazione del Giubileo, durante un Meeting point organizzato oggi in sala stampa vaticana. Fisichella ha infatti ricordato che l’Aula Paolo VI, dove è previsto l’incontro con il Santo Padre, può arrivare a contenere fino a 7mila persone: “faremo in modo che tutti possano sentirsi accolti, anche attraverso appositi schermi per seguire l’evento”, ha assicurato. Fisichella si è inoltre soffermato sulla genesi dell’evento giubilare, frutto del lavoro di una Commissione per la comunicazione, in accordo con il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede: “Abbiamo desiderato che il Giubileo dei comunicatori fosse il primo grande evento giubilare non solo per la coincidenza con la festa del patrono, San Francesco di Sales, ma perché, se si vive spiritualmente l’esperienza del Giubileo si è anche capaci di comunicarla e raccontarla agli altri”. Lo schema scelto per il Giubileo dei comunicatori sarà replicabile, in modo più o meno simile, anche per altri eventi giubilari. Questa sera i giornalisti si ritroveranno nella basilica di San Giovanni in Laterano, per una veglia penitenziale promossa dalla diocesi di Roma a cui seguirà la messa presieduta dal cardinale vicario, Baldo Reina. Domani il Passaggio della Porta Santa, con l’ingresso in basilica fino a quasi la tomba di San Pietro per la la professione di fede, e l’incontro con Papa Francesco in Aula Paolo VI, pensato come “un momento di ascolto, dialogo e riflessione tra i comunicatori”. Il Santo Padre arriverà intorno alle 12.30, mentre nel pomeriggio è in programma il “dialogo con la città” in alcuni settori della Capitale. Domenica, infine, la messa presieduta da Papa Francesco nella basilica di San Pietro nella Domenica della Parola di Dio. Interpellato dai giornalisti su come sia cambiato oggi il modo di comunicare, Fisichella ha fatto notare che “dal Giubileo del Duemila sembra passato un secolo. Oggi domina la cultura del ‘tutto e subito’, che on sempre dà la possibilità di riflettere. Nello stesso tempo, però, la tecnica ci apre orizzonti insperati ma reali”. “Anche le bad news devono essere ricolme di speranza, altrimenti cadiamo nella disperazione”, il riferimento al tema di questo Giubileo: “la speranza caratterizza tutta la nostra vita, indipendentemente dal fatto che si creda o meno”. “La speranza non appartiene solo ai credenti: l’importante è il contenuto”, ha concluso Fisichella: “Se non si fa altro che dire che tutto va male, è una visione pagana. Quella cristiana è una speranza che dà la certezza del bene che può realizzarsi nel futuro, visto però come impegno a vivere il presente. Il modo di comunicare la speranza non dipende dall’avere fede o meno, ma dalla professionalità che ogni comunicatore possiede”.