Modena. Gli scolari della Collodi: “Costruiamo piccole agorà”. L’immaginazione che trasforma la città

Il progetto “Per conoscere, amare e prendersi cura del luogo dove abito e dove vado a scuola” realizzato da Caritas diocesana insieme ai bambini delle quarte elementari delle scuole Collodi. I bambini hanno presentato le loro proposte nel corso di un incontro tenutosi a scuola, nei giorni scorsi, alla presenza del vicario generale, don Giuliano Gazzetti, Alessandra Filippi, assessora all’Ambiente del Comune di Modena, Viviana Giacomini, dirigente dell’Istituto comprensivo 10

(Foto: Caritas Modena-Nonantola)

“Vorremmo che questa zona diventasse più bella, accogliente, comoda e senza automobili”. Questa la proposta presentata da 39 bambini e bambine delle classi di Quarta elementare delle Scuole Collodi, durante un incontro tenutosi nelle Scuole Collodi alla presenza del vicario generale e della carità, don Giuliano Gazzetti, l’assessore all’ambiente Alessandra Filippi, l’insegnante Roberta Barbieri, Viviana Giacomini, dirigente dell’Istituto comprensivo 10 e Federico Valenzano, vicedirettore di Caritas diocesana. Erano inoltre presenti le famiglie dei bambini e altri abitanti del Quartiere, oltre a Danilo Bertani e Gianfranco Buffagni, volontari storici del Gruppo volontariato Crocetta (Gvc).

“Servono passeggiate sicure, percorsi segnati e ben illuminati, maggior cura del verde e delle aree di calpestio, piantumazione di alberi che possano offrire ombra in estate, oltre a spazi di svago, relax, studio e ristoro”, hanno proseguito i bambini, lanciando l’idea di “Costruire piccole agorà nelle quali, coloro che vi siedono, possano essere visti e ascoltati”.

Le loro proposte nascono dall’esperienza “Per conoscere, amare e prendersi cura del luogo dove abito e dove vado a scuola”: laboratorio condotto dall’architetto Domenico Luciani e finanziato dal progetto “Fiducia nella città” di Caritas diocesana per promuovere “senso di appartenenza dei bambini alla comunità, a partire di quella di prossimità”.
Per Roberta Barbieri, “quello proposto ai bambini è stato un cantiere formativo che ha coinvolto anche noi insegnanti: siamo cresciuti nella consapevolezza di essere cittadini e cittadine”. “Quando parliamo di cantiere, facciamo riferimento a un luogo in cui si lavora insieme – ha proseguito Barbieri –: quello che vi presentiamo oggi è

un cantiere formativo, che ha saputo tradursi in azioni concrete”.

“Nel percorso appena vissuto, avete fatto tre passaggi: avete espresso la vostra opinione, avete provato a capire com’è fatto questo quartiere e, insieme, avete deliberato”, ha dichiarato Federico Valenzano rivolgendosi ai bambini e alle bambine presenti: avete sviluppato insieme un’esperienza democratica”. “Ma la democrazia – prosegue Valenzano – è un atteggiamento e un comportamento che tutti i giorni dobbiamo saper praticare: Ha bisogno di essere profonda, continua e generalizzata; di avere radici profonde e, soprattutto, continuità”.
Tale esercizio richiede, secondo l’assessora Filippi: “Ascolto e attenzione da parte di chi amministra: È importante l’ascolto per fare delle scelte. Bisogna anche saper trovare il momento della sintesi, perché questa è la democrazia: saper conciliare le esigenze di tutti e saper prendere anche delle decisioni”. Nel suo intervento, Domenico Luciani ha illustrato la Carta della mobilità costruita dai bambini, sottolineando che “pochissimi passano attraverso il parco (XXII Aprile, ndr.) e preferiscono fare il giro”. Per l’architetto, “occorre saper valorizzare questo spazio e immaginarlo a forma di ciambella: aperto e permeabile alle relazioni”.
“Questo percorso ci ha insegnato a porci delle domande, ad avere rispetto della bellezza del luogo”, hanno affermato i bambini, descrivendo le tappe del laboratorio iniziato nel mese di ottobre. “Questo cantiere formativo ci ha aiutato conoscere il luogo in cui abitiamo, così come la nostra scuola – proseguono i bambini –. Alla fine del percorso,

abbiamo capito che noi, giovani e adulti, siamo cittadini a tutti gli effetti e che dobbiamo immaginare, progettare e agire insieme”.

A conclusione dell’incontro, Viviana Giacomini ha commentato le ragioni della sua adesione al progetto: “Fin da quando il progetto mi è stato proposto, ho capito l’importanza di ciò che possiamo fare tutti insieme rendendo artisti i nostri ragazzi, che saranno i cittadini chiamati a proporre, domani, cambiamenti e miglioramenti in questo quartiere”.

(*) settimanale della diocesi di Modena-Nonantola

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