Salute: Policlinico Gemelli, parte a Roma il cantiere del Centro “Cuore”, l’ospedale del futuro per la cura delle patologie cardiovascolari

Foto Policlinico Gemelli/SIR

In occasione della Giornata mondiale del cuore, è stato presentato oggi a Roma, nella hall del Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, il cantiere del Centro Cuore (Cardiovascular Unique Offer ReEngineered), un progetto innovativo che parte oggi e promette di trasformare radicalmente la cura delle malattie cardiovascolari. Il nuovo polo sanitario sorgerà nel campus dell’Università Cattolica di Roma – Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e sarà realizzato da Webuild in meno di tre anni. Con sei piani e una superficie di 27mila m², il Centro Cuore, diretto da Massimo Massetti, ordinario di cardiochirurgia all’Università Cattolica, ospiterà 100 posti letto per degenza ordinaria, 28 di terapia intensiva, 16 postazioni di day hospital e 9 sale operatorie dotate di tecnologie avanzate per imaging cardiovascolare e telemedicina. Particolare attenzione sarà dedicata alla sostenibilità ambientale, con impianti fotovoltaici da 180 kW e sistemi di climatizzazione a basso impatto.

Massimo Massetti – Foto Policlinico Gemelli/SIR

In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte, con circa 230mila decessi l’anno, pari a un terzo del totale. “La realizzazione del Centro Cuore è un passo strategico per affrontare questa epidemia silenziosa con un modello di cura centrato sulla persona”, ha dichiarato nel corso dell’evento inaugurale Daniele Franco, presidente della Fondazione Gemelli. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Roma con un investimento di circa 77 milioni di euro, mira a generare un impatto sociale duraturo. “Cuore è un investimento mission oriented”, ha sottolineato Franco Parasassi, presidente della Fondazione Roma, che “punta a un cambiamento di paradigma nella sanità pubblica”. Per Massetti “non è solo tecnologia” ma si tratta di “un progetto all’avanguardia che mira a trasformare la cura delle malattie cardiovascolari attraverso un modello organizzativo costruito intorno al paziente. Un modello che supera la frammentazione delle cure, un ospedale per tutti” che opera “in continuità  assistenziale con le altre strutture per i pazienti del Ssn”. “Investire in infrastrutture sanitarie oggi significa investire nel futuro, nella resilienza dei sistemi di cura e nella qualità della vita delle persone, dimostrando come l’integrazione tra ingegneria e tecnologia possa generare valore per le comunità”, ha concluso Pietro Salini, AD di Webuild.

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