“Il dibattito ‘digitale sì o digitale no’ è superato: oggi viviamo in un mondo on life, segnato da una continua ibridazione tra online e offline”. Lo ha spiegato Stefano Pasta, docente all’Università Cattolica di Milano e affiliato al Cremit, intervenendo all’Incontro dei direttori degli uffici catechistici diocesani e dei membri delle équipe diocesane. Pasta ha proposto una lettura culturale dell’intelligenza artificiale: “Siamo forse entrati in una quarta età dei media. Dopo l’epoca massmediatica, quella della condivisione e quella del social web, l’era degli algoritmi e dell’IA è rivoluzionaria perché introduce un nuovo modo di simulare il pensiero umano”. La questione, ha osservato, riguarda il tema della mediazione: “Gli algoritmi non sono neutri. Selezionano, organizzano, propongono contenuti sulla base dei dati che raccogliamo. È un processo che porta opportunità ma anche rischi di disuguaglianza e manipolazione”. Richiamando i messaggi di papa Francesco sulle comunicazioni sociali, Pasta ha sottolineato che “la storia della salvezza è anche storia di comunicazione: la sfida di oggi è educare nel tempo dell’intelligenza artificiale”. E ha concluso: “La risposta non è scritta, dipende da noi. Il compito dell’educazione e della catechesi è aiutare a porre domande, non solo a dare risposte”.